Tasse, la pressione si allenta un po’

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Tra aprile e giugno il peso del fisco è risultato al 43,2%, in calo di un misero 0,1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Migliora il rapporto debito/Pil e cala la spesa per gli interessi

Il peso del fisco italiano su famiglie e imprese resta un macigno, anche se nel secondo trimestre dell’anno i dati appena rese noti dall’Istat dicono che la pressione è lievemente calata rispetto allo stesso periodo del 2014.

La flessione che l’istituto nazionale di statistica ha registrato tra aprile e giugno scorsi è limitata a un -0,1%, che praticamente non sposta quell’incidenza del 43,2% che continua ad avere il fisco sulle tasche degli italiani.

In compenso una notizia positiva arriva dal versante della spesa per gli interessi passivi che lo Stato paga per remunerare le sue emissioni (cioè Bot, Btp e quant’altro) e che deriva dal calo dei rendimenti dei titoli.
Nel secondo trimestre, infatti, la spesa per gli interessi passivi è scesa del 3,5% su base annua: si tratta di 746 milioni di euro in meno.
Ancora maggiore la flessione se la si guarda nell’arco dei primi sei mesi di quest’anno, pari all’8,1%.

Sul versante del debito, e più esattamente dell’indebitamento al netto degli interessi passivi (il cosiddetto saldo primario), il risultato è positivo per 17,029 miliardi di euro per un’incidenza sul Pil invariata al 4,2% rispetto al secondo trimestre di un anno fa e in rialzo sui primi tre mesi quando era risultato negativo dell’1,9%.
Il conto sui primi sei mesi del 2015 mostra un saldo positivo a +1,2% del Pil contro il +1,4 dello stesso periodo dell’anno scorso.