Papa Francesco: dal Cop 21 deve arrivare un accordo forte

-

Durante la visita a Nairobi, il pontefice ha rivolto un appello ai leader mondiali che si riuniranno a Parigi: è urgente ridurre drasticamente le emissioni, e abbandonare la cultura dell’usa-e-getta

Papa Francesco ha chiesto ai leader mondiali di firmare un accordo forte alla Cop21, la conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni unite che si terrà a Parigi ai primi di dicembre. Lo ha fatto da Nairobi, nel corso della sua vita al quartier generale dell’Unep (United nations environment programme), il programma per l’ambiente dell’Onu.

Nel suo appello, Francesco ha sottolineato la necessità di adottare sistemi energetici “low carbon”, a basso contenuto di carbonio, e di abbandonare la cultura dell’usa-e-getta che contribuisce alle emissioni di gas a effetto serra.

“Sarebbe triste, e oserei dire catastrofico, se gli interessi di pochi prevalessero sul bene comune”, ha detto il pontefice riferendosi all’appuntamento di Parigi. “Non possiamo ignorare il fatto che la scelta è tra favorire o distruggere l’ambiente”.

“La Cop21”, ha aggiunto, “rappresenta un passo importante nel processo di sviluppo di un nuovo sistema energetico, che dipenda da un uso minimo di combustibili fossili, punti all’efficienza energetica e utilizzi fonti energetiche con un contenuto basso o nullo di carbonio. Abbiamo l’obbligo politico e morale di ripensare e correggere le disfunzioni e le distorsioni dell’attuale modello di sviluppo”.

Secondo l’Emissions Gap Report, pubblicato dall’Unep all’inizio di novembre, gli impegni degli stati previsti a Parigi taglieranno dalle quattro alle sei gigatonnellate equivalenti all’anno di emissioni globali entro il 2030. Ma questa riduzione è inferiore di 12 gigatonnellate a quello che sarebbe necessario per mantenere il riscaldamento globale entro il limite di sicurezza di due gradi centigradi.

Papa Francesco ha anche sottolineato la necessità di porre fine all’attuale livello, insostenibile, di consumi, e a certi modelli produttivi, che contribuiscono all’inquinamento, al degrado dell’ecosistema e al cambiamento climatico, attraverso lo spreco di risorse nella produzione di cibo e di altri beni. È necessario invece che tutti adottino una cultura della cura – per se stessi, per gli altri, per l’ambiente – al posto di una cultura dello spreco e dell’usa-e-getta, nella quale le persone usano e buttano se stessi, gli altri e l’ambiente.

Per simboleggiare il suo impegno per l’ambiente, Francesco ha piantato un albero olea capensis, una specie di ulivo tipico del continente africano, nel giardino della sede delle Nazioni unite. “Piantare un albero”, ha detto, “è il primo e più grande invito che si può fare a continuare la battaglia contro fenomeni come la deforestazione e la desertificazione. Piantare un albero è anche un incentivo per continuare a credere, a sperare, e soprattutto a operare in concreto per contrastare tutte le situazioni di ingiustizia e degrado alle quali assistiamo ogni giorno”.