La svolta etica di American Apparel

di Rosaria Barrile - rosaria.barrile@lamiafinanza.it -

Dopo l’addio al fondatore-amministratore delegato Dov Charney, allontanato dopo una serie di scandali, l’azienda ha varato un nuovo codice di comportamento

Travolta dall’onda degli scandali per i comportamenti del fondatore-amministratore delegato Dov Charney, accusato di molestie sessuali, American Apparel sta provando faticosamente a ricostruire la propria reputazione.

Dopo il ben servito a Charney, sostituito da Paula Schneider, entrata in carica il 5 gennaio, la società californiana di abbigliamento ha varato un piano annuale per i diritti di tutti i portatori di interesse nei confronti del brand, e un nuovo codice etico.

La nuova politica era già stata annunciata dall’azienda, che in questo modo intende fornire le linee guida di comportamento per dirigenti e impiegati in particolare sul fronte del rispetto delle differenze di genere. Rispetto al codice precedente, per la prima volta viene indicato a chiare lettere il divieto per gli impiegati di livello manageriale di avanzare proposte sessuali nei confronti degli impiegati a loro sottoposti. Chi viola il codice può essere sottoposto non solo a una sanzione disciplinare ma anche alla sospensione dal posto di lavoro o al licenziamento.

Negli ambienti finanziari la svolta etica viene considerata come il primo passo per rilanciare l’azienda in vista di una vendita data ormai come certa. Nonostante abbia chiuso il quinto anno fiscale in perdita, sono insistenti le voci di un interessamento da parte di un fondo di private equity.