Petrolio, l’incognita della domanda cinese

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Il rallentamento dell’economia di Pechino potrebbe tradursi in consumi di greggio più deboli, ma intanto nel 2015 le importazioni sono cresciute dell’8,8%

L’eccesso di offerta di greggio da parte dei produttori, che dura da oltre un anno, e il calo della domanda globale stanno producendo sui prezzi del petrolio il crollo che è sotto gli occhi di tutti.

Anche oggi l’oro nero ha visto scendere nuovamente sotto i 30 dollari al barile le sue quotazioni, dopo una breve fiammata nei giorni scorsi.

La maggiore imputata sul versante del calo della domanda, la Cina, fa però sapere per voce dell’Amministrazione generale delle dogane che nel 2015 appena concluso le importazioni di greggio nel paese del Dragone sono cresciute e neppure di poco: +8,8% rispetto all’anno precedente.

Nel solo mese di dicembre, poi, le importazioni di petrolio sono risultate in aumento del 9,3% rispetto a un anno fa, a quota 33,2 milioni di tonnellate. E secondo gli analisti, i raffinatori cinesi stanno approfittando dei prezzi bassissimi per rimpolpare le loro riserve di oro nero.

Dunque, la domanda da parte di Pechino – nonostante tutto – nel 2015 ha tenuto. Ma forse non sarà così per l’anno in corso, visto che l’economia cinese viaggia al ritmo più lento degli ultimi 25 anni e la lunga frenata potrebbe ora tradursi in una domanda di petrolio davvero più debole.