Unit linked: troppa poca trasparenza sui rischi

di Cristina Conti -

Secondo l’authority europea Eiopa, i consumatori potrebbero non essere sufficientemente informati del fatto che si tratta di prodotti che non offrono garanzie. E sono possibili conflitti di interesse

I mercati obbligazionari fanno i conti, ormai da anni, con un livello straordinariamente basso dei tassi di interesse. Questo dato è una delle principali ragioni della crescente diffusione di nuovi prodotti assicurativi che, alla ricerca di rendimenti, puntano su strumenti con un livello di rischio maggiore, rivolgendosi in particolare al mercato azionario.

In tutta Europa sta crescendo in particolare il peso delle polizze unit linked, che utilizzano veri e propri fondi di investimento, con specializzazioni e livelli di rischio molto diversi. Le compagnie vanno via via abbandonando invece i prodotti più tradizionali, che offrono al sottoscrittore una garanzia di tipo assicurativo.

Di questa evoluzione si occupa il quarto report annuale pubblicato dall’Eiopa (European insurance and occupational pensions authority), l’autorità europea che vigila sul mercato delle assicurazioni e della previdenza. Che segnala alcune criticità del fenomeno.

La più rilevante consiste nella difficoltà che molti consumatori possono incontrare nel comprendere i rischi, il livello di garanzie offerte, l’incidenza dei costi e le altre caratteristiche di questi prodotti.

Le unit linked offrono ai sottoscrittori la possibilità di ottenere rendimenti più elevati rispetto ad altri tipi di prodotti caratterizzati dalla presenza di garanzie. Nelle polizze più tradizionali la compagnia, in quei casi si impegna a restituire interamente il capitale versato, o una certa percentuale, o anche un determinato livello di rendimento minimo: tutto questo nelle unit linked non esiste e il consumatore (in cambio della prospettiva di un rendimento maggiore) sopporta, completamente o parzialmente, il rischio dell’investimento.

I danni per i consumatori, avverte l’Eiopa, possono arrivare quando l’informazione fornita è ingannevole o inadeguata: quando cioè i sottoscrittori non sono consapevoli del livello di rischio che assumono con quel contratto.

In generale, sottolinea l’Aiopa, i prodotti con garanzie ridotte o senza garanzie non sono migliori o peggiori di quelli con garanzie. Alcuni consumatori, che hanno una maggiore attitudine al rischio, possono preferire un prodotto senza garanzie. Ma se ai consumatori non si offre un livello adeguato di informazione e consulenza, c’è il rischio che siano portati a credere che stanno acquistando un prodotto garantito, quando così non è.

Un altro aspetto evidenziato dall’authority è la necessità che i consumatori ricevano una stima realistica dei possibili rendimenti del prodotto: un’informazione corretta, esauriente e facile da comprendere è un elemento chiave nel proteggere gli interessi dei consumatori, afferma.

L’Eiopa segnala anche situazioni in cui la trasparenza relativa ai costi e alle commissioni (commissioni di negoziazione, costi di acquisizioni o penali per il riscatto anticipato) di prodotti unit linked è stata insufficiente.

Le norme introdotte di recente a livello europeo, ricorda tuttavia l’Eiopa, hanno introdotto nuovi requisiti per la vendita di polizze vita di tipo unit-linked. In particolare il regolamento relativo ai Priips (packaged retail and insurance-based investment products) prevede che ai consumatori sia consegnato il Kid, un documento che riassume i fattori chiave dei prodotti. Ulteriori regole saranno introdotte dalla direttiva Idd sulla distribuzione assicurativa, con standard di condotta più elevati per la distribuzione di questi prodotti.

Un altro problema segnalato è legato ai possibili conflitti di interesse per quanto riguarda gli investimenti effettuati nell’ambito delle polizze unit linked: senza adeguate strutture di governance e controllo, c’è il rischio che gli investimenti siano scelti in funzione delle maggiori commissioni offerte ai gestori dei fondi e non dell’interesse del consumatore.

Inoltre i prodotti unit-linked, in alcuni casi, espongono i sottoscrittori a strumenti finanziari complessi o incorporano una struttura complessa e difficile da comprendere. In questi casi i consumatori “dovrebbero avere più tempo a disposizione per valutare le informazioni o potrebbero avere bisogno di una consulenza professionale per capire le caratteristiche di questo tipo di prodotti”, afferma l’Eiopa.

Il report si sofferma anche sull’esperienza italiana e sulla diffusione delle polizze “multiramo”, prodotti “ibridi” che combinano le polizze vita tradizionali e con garanzie (le cosiddette “rivalutabili”), con prodotti unit linked. In queste polizze il premio è ripartito e investito nelle due diverse componenti, in base alla percentuale scelta dal sottoscrittore. In alcuni casi, durante la vita del contratto, le somme sono periodicamente trasferite da un componente all’altro, in base all’andamento dei mercati obbligazionario e azionario.

L’Ivass, l’autorità nazionale di vigilanza, sta tenendo sotto stretto controllo questi nuovi prodotti, in particolare con riferimento a due rischi. Da un lato il sottoscrittore potrebbe effettuare gli “switch” da un componente all’altro “senza essere completamente consapevole dei suoi effetti, dall’altro le riallocazioni fatte dal gestore potrebbero dare priorità ai suoi interessi anziché a quelli del sottoscrittore”.