Impact investing e venture philanthropy per i giovani Paperoni

di Rosaria Barrile -

I nuovi filantropi sostengono l’istruzione e le nuove forme di beneficienza che possono generare ritorni “misurabili”

Destinano una quota cospicua del proprio patrimonio in beneficienza, anche in misura maggiore rispetto alla generazione precedente, purché vi siano ritorni misurabili e sostenibili. Sono i nuovi filantropi fotografati dall’ultimo Report sul tema realizzato da Wealth-X, società di ricerca specializzata nel wealth management, e Arton Capital. Secondo l’indagine, nel 2014 le risorse destinate in media da ciascun donatore per scopi filantropici sono stati pari a 530 mila dollari, per un totale complessivo di 112 miliardi di dollari.

Ma secondo le stime, gli ultra miliardari del pianeta possono arrivare a donare fino a 28,7 milioni di dollari a testa lungo il corso della vita. Il 65% di loro arriva a donare in vita oltre un milione di dollari.

Se si guarda all’ammontare complessivo delle donazioni in valore assoluto, i miliardari più generosi durante la loro vita si trovano in India, nel Regno Unito e a Hong Kong. Se si calcola l’ammontare della donazione come percentuale delle ricchezza complessiva, la classifica vede in testa invece i grandi ricchi del Regno Unito, seguiti da quelli degli Stati Uniti e di Hong Kong.

Diversi sono gli ambiti a cui i filantropi destinano le loro risorse, anche se negli ultimi anni sembra essere prevalente il supporto a programmi di studio e di formazione di qualità più elevata.

Una scelta che è stata messa in relazione dagli analisti con il diminuire della percentuale di chi ha ereditato grandi ricchezze dalla famiglia e con l’aumento dei cosiddetti “self made man”, che devono il loro patrimonio alla carriera professionale (sono il 73,3% del totale degli ultra miliardari nel mondo).

Se si guarda alla classifica degli ambiti prediletti dai filantropi, emerge come le donazioni individuali mediamente di dimensione più ampia siano quelle destinate alle fondazioni, per un importo di 30,7 milioni di euro. A seguire, con una donazione media di 11,8 milioni di dollari, si posiziona la formazione di fascia più elevata, verso cui confluisce il 22,3% delle donazioni totali.

In fondo alla classifica si trova l’ambito identificato genericamente come “servizi alla persona”, che raccoglie il 3,3% del valore totale delle donazioni per un importo medio di circa 1,6 milioni di dollari. Ma ancora meno interesse destano le organizzazioni religiose che raccolgono solo l’1,4% del totale complessivo delle risorse dei filantropi per un importo medio di 1,4 milioni di dollari.

Anche se ancora oggi il primo passo verso la filantropia avviene tramite donazioni dirette, una platea crescente di miliardari sembra preferire uno schema diverso, più vicino alla loro esperienza professionale: in pratica vengono adottati modelli sostenibili e duraturi in grado di generare ritorni e benefici misurabili.

Da qui lo sviluppo di nuovi strumenti per raggiungere obiettivi filantropici come la “venture philanthropy”, l’impact investing, e la micro finanza. Secondo Wealth-X queste nuove forme costituiscono il 7% del totale delle risorse destinate a progetti di filantropia, per un importo complessivo di 7,8 miliardi di dollari.

Nell’ambito di queste nuove forme di filantropia si colloca per esempio la Breakthrough Energy Coalition promossa da Bill Gates, co-fondatore di Microsoft della Fondazione Bill & Melinda Gates.