L’inarrestabile crescita delle tasse locali

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Secondo la Cgia, nel 2016 l’addizionale Irpef porterà nelle casse di Regioni e Comuni oltre 15 miliardi di euro. Che usciranno dalle tasche di lavoratori e pensionati

“L’aumento della tassazione locale è diventato ormai una costante che caratterizza la politica fiscale degli enti locali. Lo Stato risparmia tagliando i trasferimenti, le Regioni e i Comuni si difendono alzando il livello delle imposte per mantenere in equilibrio i propri bilanci”.
Con queste chiare parole il segretario della Cgia, Renato Mason, spiega la voracità crescente del fisco “locale”: più delle imposte pagate all’amministrazione centrale, sono infatti le tasse pagate agli Enti locali quelle che negli ultimi anni si sono dilatate a dismisura.

Un’analisi condotta dalla Cgia su alcune categorie reddituali – lavoratori dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi – mostra come, dal 2010 ad oggi, il gettito ottenuto dall’applicazione delle addizionali Irpef abbia registrato un boom.
Le entrate relative alle addizionali regionali sono cresciute di oltre il 34%, salendo dagli 8 miliardi degli anni 2009–2010 ai quasi 11 miliardi del 2014. Il gettito derivato dalle imposte dei comuni è salito addirittura del 54%, passando da 2,9 miliardi di euro del 2010 agli oltre 4,4 miliardi di euro del 2014.

In sintesi, le addizionali Irpef per l’anno in corso garantiranno alle casse di Regioni e Comuni oltre 15 miliardi di euro, anche perché, spiega l’analisi della Cgia, la Legge di Stabilità ha bloccato gli aumenti delle imposte locali solo per le regioni che non sono in deficit sanitario.
Questo sistema, sottolinea l’associazione, produce profondi squilibri da regione a regione.