Draghi: la deflazione preoccupa. Rischi di nuovi shock

di redazione -

All’Italia la Bce chiede spending review, lotta all’evasione fiscale e meno tasse sul lavoro

“Il 2016 sarà un anno non privo di sfide per la Bce. Dobbiamo fare i conti con l’incertezza delle prospettive dell’economia globale, con continue forze disinflazionistiche e con la domanda su quale direzione prenderà l’Europa e sulla sua capacità di affrontare nuovi contraccolpi”: sono le parole con cui il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha presentato il rapporto annuale 2015 della Bce al parlamento europeo.

Le misure di politica monetaria adottate dalla Bce, aggiunge Draghi, si sono rivelate efficaci: il contesto del credito è migliorato sensibilmente e la crescita e l’inflazione hanno beneficiato delle azioni dell’Istituto.

Secondo il presidente della Bce, il programma di acquisti di asset farà aumentare il Pil dell’Eurozona dell’1,5% nel periodo tra il 2015 e il 2018.

Quanto all’inflazione, secondo i calcoli dell’Eurosistema, senza il quantitative easing l’inflazione sarebbe stata negativa nel 2015, più bassa di oltre lo 0,5% nel 2016 e dello 0,5% nel 2017.

La dinamica piatta dei prezzi resta comunque una preoccupazione. La bassa inflazione generale sta ora contaminando la dinamica di fondo dei prezzi al consumo, ovvero l’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni più volatili che sono energia e alimentari, come ha aggiunto il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, durante l’audizione al Parlamento europeo.

In ogni caso, timori sono stati espressi dai vertici della Banca, sulla capacità dell’Eurozona di reagire a eventuali nuovi shock.

Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto annuale della Bce riconosce al paese un livello di adempimento “in qualche misura superiore” rispetto alle raccomandazioni fatte dalla Commissione europea e rispetto a quanto fatto dagli stati nella medesima situazione di “squilibrio eccessivo”, come Portogallo e Francia. Comunque i progressi dei pesi sono stati limitati su un grande numero di raccomandazioni.

Il rapporto ricorda anche che l’Italia è tra i quattro stati il cui bilancio 2016 è stato stimato “a rischio di non attuazione” rispetto alle regole del patto di Stabilità e di crescita. La Bce rinnova infine il richiamo a una linea politica favorevole alla crescita, facendo leva su una “spending review”, per tagliare le voci che non creano benessere, e puntando sul recupero dell’evasione fiscale riducendo la tassazione sul lavoro.