Arrivano i Pir, per investire, esentasse, nelle Pmi

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Il governo è pronto a varare i Piani individuali di risparmio: fino a 150 mila euro senza pagare imposte sui capital gain

Agevolare fiscalmente la “canalizzazione del risparmio verso l’economia reale”. È l’obiettivo alla base del Pir, Piano individuale di risparmio, come ha anticipato al Corriere della sera Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia.

Il Pir farà parte del decreto “Finanza per la crescita 2”, che dovrebbe essere approvato nel giro di qualche settimana dal consiglio dei ministri.

Si tratta di strumenti di investimento dedicati ai risparmiatori privati, con un obiettivo di medio-lungo termine e disposti a investire nel capitale di rischio delle piccole e medie imprese.

Si potranno investire fino a 30 mila euro all’anno, con un limite massimo complessivo di 150 mila euro. Chi mantiene l’investimento per almeno tre anni non dovrà pagare imposte sui rendimenti. Soltanto nel caso in cui si disinvesta prima del termine si pagherà la tassa sul capital gain, pari al 26%.

Gli investimenti potranno riguardare quasi tutte le imprese italiane, quotate e non quotate: il limite dimensionale fissato è un fatturato non superiore ai 300 milioni di euro l’anno.

Trattandosi di un investimento in capitale di rischio, saranno fissati dei paletti per limitare l’accesso ai Pir a risparmiatori con un profilo adeguato.

Secondo le stime del ministero, potrebbero affluire alle Pmi circa 10 miliardi di euro l’anno.

Con la prossima legge di Bilancio, ha annunciato infine Pagani al Corriere, saranno introdotti inoltre nuovi meccanismi per incentivare l’impiego delle risorse dei fondi di previdenza integrativi a sostegno dell’economia reale.