Banche salvate: i consumatori bocciano i rimborsi

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Nel mirino delle associazioni i limiti di reddito e patrimoniali stabiliti dal decreto per il forfait sulle obbligazioni

Non piace alle associazioni dei consumatori il decreto con cui il Governo ha fissato, venerdì scorso, le modalità di rimborso per gli obbligazionisti rimasti coinvolti nel fallimento e nel successivo salvataggio di Banca Marche, Carife, Etruria e Carichieti.

Secondo i calcoli del governo, circa la metà dei 10 mila risparmiatori subordinati otterranno un rimborso automatico. Avranno infatti diritto a un forfait, fino all’80% della somma investita, senza bisogno di arbitrato, coloro che rientreranno in due condizioni: un reddito lordo inferiore a 35mila euro nel 2015; oppure un patrimonio mobiliare di valore inferiore a 100mila euro (anche con reddito oltre i 35mila euro).

Le obbligazioni inoltre devono essere stati acquistati entro il 12 giugno 2014 (data di pubblicazione in gazzetta da parte della Commissione Ue della direttiva Brrd sulla condivisione degli oneri nei fallimenti bancari). La data è successiva a quella che era stata prospettata in precedenza (1° agosto 2013) ed escluderebbe soltanto 158 risparmiatori, che hanno acquistato i titoli sul mercato elettronico secondario.

Il Codacons annuncia nuove mobilitazioni contro il decreto, “che prevede inaccettabili rimborsi parziali per gli obbligazionisti coinvolti nel salvataggio delle quattro banche”.

“Il nostro ufficio legale”, spiega il presidente Carlo Rienzi, “sta già lavorando per impugnare il provvedimento al Tar e portarlo in Corte Costituzionale”.

La soglia di 35mila euro è troppo bassa secondo assimiliano Dona, segretario dell’Unc. “Il problema non è tanto il doppio binario, fatto anche per evitare intromissioni europee, quanto la sostanza, ossia l’entità del rimborso”.

Anche l’Adusbef, con Federconsumatori, annuncia nuovi ricorsi giudiziari e definisce “gravissimo” il fatto che il decreto legge abbia subordinato il rimborso forfettario a limiti di reddito e patrimonio così bassi.

Il Comitato vittime del Salva Banche giudica estremamente negativi alcuni aspetti “come la completa esclusione di una parte dei risparmiatori che consideriamo inaccettabile”. “Possiamo condividere la precedenza nel ristoro immediato alle cosiddette fasce deboli”, afferma il Comitato in una nota, “ma quello che non capiamo invece è, come mai essendo stato tolto il tetto, si parla solo di un 80% massimo e non dell’intera somma persa”.