Sostenibilità: Europa a due velocità, Italia indietro

di Rosaria Barrile -

Secondo la classifica realizzata da Degroof Petercam, il Nord e il Sud del continente rivelano livelli di attenzione divergenti. Il nostro paese è fuori dal novero dei paesi ”investibili”

Migliora complessivamente l’attenzione per i temi Sri nel Vecchio continente ma con nette distinzioni tra i Paesi del Nord Europa e quelli del Sud con l’Italia ferma al palo.

Secondo la classifica di sostenibilità dei Paesi Ocse, realizzata da Degroof Petercam e condotta su un totale di 34 Paesi, quelli europei si trovano nelle prime quindici posizioni.

Sul gradino più alto del podio si colloca la Danimarca, seguita da Lussemburgo e Svizzera. La Norvegia, che era prima un anno fa, è scivolata in quarta posizione alla pari con la Germania (salita di quattro posizioni). A seguire Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito e Finlandia. In termini di progressi fatti, si segnala l’escalation dell’Estonia, dodicesima, che ha compiuto un salto di ben nove posti rispetto alla classifica precedente relativa allo scorso semestre.

Al di fuori delle prime 17 posizioni, quelle tra cui la società di asset management seleziona il target dei suoi investimenti, rimangono importanti emittenti di debito governativo come Italia, Francia e Stati Uniti.

L’Italia si conferma sostanzialmente stabile fermandosi alla 29a posizione della classifica (in realtà lo scorso novembre risultava salita alla 25a) . Tale giudizio è il frutto delle valutazioni riferite a più criteri.

Nell’ambito del parametro “Trasparenza e valori democratici” l’Italia è al 26° posto e registra un piccolo cambiamento dal momento che vi è stato leggero miglioramento nella riduzione della popolazione carceraria.

Anche sul fronte della “distribuzione della ricchezza” l’Italia è 26ma: il reddito nazionale lordo pro capite è diminuito e sono stati registrati punteggi inferiori alla media su molti indicatori tra cui la soddisfazione per la qualità di vita, la fertilità e la povertà.

28° posto invece nella classifica parziale relativa a ”Educazione, Ricerca & Sviluppo”. Anche su questo fronte la situazione italiana è abbastanza stabile, con un lieve miglioramento in termini di numero di ricercatori.

Va meglio invece in termini di impatto ambientale, l’unica voce dove l’Italia ricopre una posizione virtuosa classificandosi al 15° posto.