Ape: il prestito taglierà la pensione fino al 20%

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Secondo i calcoli della Uil, per una rendita di 2.500 euro netti, la rata di rimborso dovrebbe essere intorno ai 500 euro

L’anticipo pensionistico, o “Ape”, prospettato dal Governo potrebbe incidere fino al 20% sugli assegni incassati da chi decide di cessare il lavoro tre anni prima di quanto previsto dall’attuale legislazione.

In pratica, il progetto prevede la possibilità di anticipare la pensione, grazie a un prestito erogato da una banca, da restituire quando si incasserà la pensione vera e propria. Ma quanto incideranno le rate da versare alla banca sulle future rendite?

A fare i conti è stata la Uil, che ha ipotizzato un tasso di interesse fisso al 3%. Con una pensione media di mille euro, un anticipo di tre anni comporterebbe un prestito di 39 mila euro: per restituirlo si dovrà pagare una rata di 199 euro al mese per 13 mensilità per 20 anni.

Con una pensione di 2.500 euro netti, la rata sarebbe di 499,10 euro al mese, in pratica il 20% dell’assegno originario, dato che il prestito salirebbe a 97.500 euro.

Se si guarda alla pensione lorda, spiegano al sindacato, il taglio per l’anticipo di tre anni dovrebbe essere intorno al 15%. “Ci sono criticità e punti da chiarire ed il confronto tra governo e sindacati deve servire a questo”, afferma la Uil.

Il calcolo del sindacato, tra l’altro, non tiene conto del premio di assicurazione che sarebbe necessario per coprire il rischio di premorienza (l’eventualità cioè che il beneficiario della rendita venga a mancare prima di aver rimborsato tutto il prestito), che è necessario dato che il prestito sarebbe erogato senza garanzie reali e senza l’obbligo di estinguerlo per gli eredi.

Non è ancora chiaro in realtà chi pagherà il premio, anche se l’ipotesi è che se ne faccia carico lo Stato: è assai probabile però che si tratterebbe di un costo piuttosto elevato, dati gli alti rischi.

Così come sono ancora da definire le detrazioni fiscali di cui potrebbero godere alcune tipologie di lavoratori, a cominciare da coloro che restano senza lavoro a pochi anni dalla pensione.