Atlante: pressing del Governo sulle Casse

di Walter Quattrocchi -

La richiesta è di destinare almeno 4 miliardi al fondo nato per aiutare le banche. Ma gli interessati non ci stanno

I soldi in pancia alle casse professionali nel mirino del Fondo Atlante, il fondo d’investimento nato con il sostegno di norme ad hoc del Governo per aiutare le banche italiane nelle operazioni di ricapitalizzazione e favorire la gestione dei crediti in sofferenza.

Il pressing del Governo

In questi giorni il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini ha incontrato in via non ufficiale i vertici delle 15 casse previdenziali dei professionisti, auspicando che queste utilizzino almeno 4 miliardi, dei 72 miliardi che custodiscono nel loro patrimonio, per il Fondo Atlante.

Il 9 giugno scorso il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha tuonato affermando che fondi pensione e casse previdenziali private devono impiegare in Italia e nell’economia reale una quota maggiore delle loro risorse: sotto accusa la preferenza consolidata da parte degli investitori istituzionali italiani verso i titoli di Stato italiani e tedeschi.

La prudenza delle casse professionali

Secca replica di Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp, l’associazione degli enti previdenziali privati. “Il primo aiuto che possiamo dare all’economia reale del Paese”, ha detto, “è fare bene il nostro mestiere di liberi professionisti che s’impegnano al meglio nell’esercitare le proprie professioni”.

Come a dire “no grazie, non siamo interessati”.

È chiaro il timore, da parte dei professionisti, di vedere finire una parte dei loro risparmi pensionistici nel guaio delle sofferenze bancarie: 84 miliardi di crediti inesigibili che zavorrano gli istituti di credito.

Sullo sfondo rimane il problema dei rendimenti dei fondi pensione, che ormai faticano a ottenere una buona redditività per i loro patrimoni.

Il settore immobiliare ha esaurito la sua spinta propulsiva, i titoli di Stato hanno rendimenti prossimi allo zero, se non negativi, e gli investimenti obbligazionari sono meno sicuri. L’ipotesi che fondi pensione e casse investano nell’economia reale, partecipando a un fondo d’investimento sostenuto dal Governo, non è peregrina. Ma forse è, al momento, prematura.