Esg: cresce l’attenzione degli investitori istituzionali

-

Ma l’Italia resta indietro, secondo una ricerca svolta in Europa da Mercer

Il 79% degli investitori istituzionali europei afferma di tenere in considerazione, nell’ambito dei propri processi di investimento, i cosiddetti criteri Esg, vale a dire l’approccio delle società in cui investono ai fattori ambientali, sociali e di governo aziendale. Soltanto un anno fa, nel 2015, la percentuale era appena del 55%.

A testimoniare questa forte crescita di interesse è la ricerca “Mercer Asset Allocation Survey 2016”, condotta da Mercer, una delle maggiori società di consulenza internazionali, coinvolgendo 1.100 portafogli istituzionali in 14 paesi europei, per un totale di oltre 930 miliardi di attivi gestiti.

I fattori chiave citati per motivare l’attenzione alle tematiche Esg sono stati sia il potenziale impatto finanziario sia la gestione del rischio reputazionale.

“Gli stakeholder considerano i temi legati a investimenti socialmente responsabili e sostenibili a diversi livelli, ma soprattutto nel processo di selezione e controllo dei gestori e fanno sempre maggiore affidamento sulla consulenza per capire fino a che punto i loro gestori, attivi o passivi, incorporino queste tematiche nell’ambito del loro processo d’investimento”, commenta Luca De Biasi, responsabile dell’area Investments & Retirement di Mercer Italia. “Tengo a sottolineare una nostra convinzione: la via più efficace per accedere ad opportunità di investimento sostenibile è attraverso l’investimento in mercati privati, che consentono di accedere a società non quotate e a progetti in grado di portare reali benefici nella direzione di un’economia sostenibile e a basse emissioni”.

La ricerca evidenzia tuttavia anche come tema dell’Esg non sia ancora adeguatamente considerato da parte degli investitori italiani, che nel 64% dei casi non considerano l’impatto dei cambiamenti climatici e la valutazione di fattori di sostenibilità nei principi alla base del proprio processo di investimento.