Ue: trattative in corso sulle banche italiane

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Il commissario Dombrovskis: “pronti a intervenire se sarà necessario”

“Con le autorità italiane c’è un contatto costante: siamo pronti a intervenire sul settore bancario se sarà necessario. Sul modo dipenderà dalle richieste italiane”, lo ha detto il neo-commissario ai servizi finanziari dell’Unione Europea Valdis Dombrovskis, parlando alla commissione Economica del Parlamento europeo.

“Quando applichiamo le regole lo facciamo tenendo conto delle circostanze”, ha aggiunto Dombrovskis: quando una banca è a rischio di bail in, ovvero di una risoluzione che coinvolga anche azionisti, obbligazionisti e in certe circostanze anche i correntisti, è possibile intervenire con una “ricapitalizzazione precauzionale”, ma a determinate condizioni: la banca “deve essere solvente e soddisfare i requisiti di capitale nello scenario economico di base”.

La questione delle banche italiane, gravate dalle sofferenze, è diventata urgente dopo il referendum britannico sull’uscita dall’Ue. Alla fine di luglio, poi, saranno resi noti i risultati degli stress test sugli istituti europei. E tra le banche che molto probabilmente non li passeranno – se non cambieranno le cose di qui al 29 luglio – c’è la senese Mps. Non a caso presa di mira nei giorni scorsi in borsa (oggi sta tentando un recupero, grazie anche al blocco delle vendite allo scoperto deciso dalla Consob). Su Rocca Salimbeni si è abbattuta anche la notizia dell’ultimatum della Bce, che ha chiesto all’istituto un piano per liberarsi di 10 miliardi di crediti in sofferenza entro i prossimi tre anni.

Il Governo italiano sta trattando dunque con Bruxelles una soluzione che possa risolvere, si spera in modo definitivo, la questione delle banche italiane, a cominciare proprio da Mps. Nei giorni scorsi ha incassato il via libera dell’Ue allo scudo da 150 miliardi: una massa di denaro liquido con cui lo Stato potrà offrire una garanzia all’emissione di obbligazioni convertende (con obbligo di trasformazione in azioni entro un tempo definito) da parte delle banche in difficoltà, che necessitano interventi sul capitale.

Ma questo non basta, e soprattutto non interviene sui non performing loans. Per questo si pensa a un nuovo fondo, da affiancare ad Atlante (sarebbe già pronto il nome: Giasone), con un capitale di 5 o 6 miliardi di euro e dedicato interamente ad alleggerire Mps e le altre banche delle loro sofferenze.

Per domani è in calendario un Cda straordinario a Siena, dal quale dovrà uscire la risposta dell’istituto all’ultimatum dell’Ue.