Atlante 2, la partita dell’Adepp con il Governo

di Walter Quattrocchi -

L’adesione delle casse professionali al fondo che dovrà intervenire nel salvataggio di Mps è tutta da discutere. Ma in gioco non ci sono soltanto i 500 milioni richiesti agli enti

La settimana scorsa il Governo ha convinto l’Adepp, l’associazione che riunisce 19 casse di previdenza private, a partecipare, con 500 milioni di euro, al fondo Atlante 2, che gestirà i crediti deteriorati non esigibili del Monte dei Paschi di Siena.

Subito si sono smarcate dall’adesione le casse dei commercialisti, dei veterinari e l’Inarcasssa (ingegneri e architetti). A oggi si registra anche il non accoglimento della proposta dell’Adepp da parte dell’ente pluricategoriale dei chimici, attuari, agronomi, forestali e geologi.

Ma il dissenso, tra gli iscritti alle casse professionali, è ben più diffuso: molti ordini non si sono ancora ufficialmente pronunciati perché aspettano il prospetto dell’investimento, testo sul quale dovranno votare i Cda, ma che non esiste ancora. Sono contrari alla partecipazione al fondo Atlante 2 organizzazioni come l’associazione nazionale forense, i giovani avvocati e i giovani notai che hanno chiesto un approfondimento.

L’Enpam stessa, di cui il presidente Albero Oliveti è anche coordinatore dell’Adepp, ha i vertici in scadenza e non potrà votare la delibera di partecipazione al fondo Atlante 2 fino al rinnovo degli organi.

Il Governo punta molto sui 500 milioni di euro delle casse professionali per far decollare il fondo Atlante 2, che di fatto salva il Monte dei Paschi di Siena, visto che Intesa e Generali hanno fatto sapere di voler offrire solo 200 milioni di euro. Altri 500 milioni di euro devono arrivare da Sga, la “bad bank” del Banco di Napoli (100% del Tesoro).

Per questo il governo mette sul piatto una rendita del 6%, ma in pochi giudicano realistica una performance del genere, vista la stagnazione del Pil, o che il fondo Atlante 2 riesca davvero a vendere le cartolarizzazioni delle sofferenze bancarie (Npl) di Mps al 32% del loro valore, come promesso.

Ma la partita che stanno giocando le casse professionali con il Governo è ben altra.

Le casse professionali in cambio dei 500 milioni di euro vogliono il riconoscimento della loro natura privata, un regolamento sugli investimenti delle casse flessibile, e una riduzione della tassazione di dieci punti sui rendimenti finanziari, che adesso sono fissati al 26%.

Inoltre le casse professionali (compreso l’Inpgi) rientrano tra gli enti pubblici, per cui sono state costrette dalla spending review a tagliare i costi di gestione e a girare i risparmi allo Stato: dal 2012 la somma complessiva è arrivata a circa 25 miliardi di euro. Su questo argomento il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti ha chiesto che i risparmi delle casse professionali rimangano nei bilanci degli enti.

Infine, su alcune casse in difficoltà patrimoniale come Enpam, Inpgi ed Enarsarco c’è il rischio che non riescano a dimostrare la loro sostenibilità finanziaria da qui a 50 anni, come previsto dalla riforma Fornero, pena il trasferimento sotto il controllo dell’Inps.

Insomma la vera partita tra Governo e casse professionali è solo cominciata.