Petrolio senza pace: prezzi ancora giù

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Il derivato sul Brent viaggia sotto i 49 dollari al barile, il greggio Usa arretra (-1,1%) a 46,89 dollari. Generale scetticismo sulle possibilità di un accordo ad Algeri

Dopo un paio di giorni a caccia di rialzo, il greggio si arrende all’evidenza di un mercato con domanda ancora incerta e prospettive di congelamento della produzione al lumicino.

In tarda mattinata il derivato sul Brent del Mare del Nord viaggiava sotto i 49 dollari al barile, mentre il greggio Wti Usa arretrava dell’1,1% a 46,89 dollari al barile.

Nonostante l’incontro informale indetto dall’Opec ad Algeri per fine settembre, nel quale si dovrebbe discutere di un congelamento anche parziale della produzione, nessuno sui mercati mostra di credere a qualche anche vaga possibilità di successo dell’iniziativa del cartello viennese.
Anzi, gli analisti del settore energetico credono di più a una eventuale – anche se improbabile – ripresa dei consumi piuttosto che a un’ipotesi di congelamento per sostenere i prezzi depressi ormai da almeno un paio di anni.

Le agenzie di stampa riferiscono, tra l’altro, che un gruppo di militanti nigeriani ha rivendicato una serie di attacchi a impianti petroliferi e, nel weekend, si è detto pronto a una tregua.
L’Iraq dal canto suo ha ripreso la fornitura attraverso un oleodotto del nord, dopo una sospensione che durava dall’inizio di quest’anno.