Giornalisti, cambiano i prepensionamenti per crisi aziendale

di Walter Quattrocchi -

La riforma editoria prevede che il trattamento sia allineato a quello previsto dalla riforma Fornero

La riforma dell’editoria approvata alla camera dei deputati abolisce i prepensionamenti per i giornalisti occupati in aziende editoriali in crisi.

La nuova legge delega il governo ad allineare la normativa sulle uscite anticipate previste per i giornalisti occupati in imprese in crisi a quella della pensione anticipata prevista dalla riforma Fornero (che prevede l’uscita a qualunque età e in possesso di 42 anni di contributi se uomini e 41 anni di contributi se donne).

In sostanza, i giornalisti dipendenti da imprese sottoposte allo stato di crisi aziendale non potranno più andare in pensione anticipata con 58 anni di età e 18 anni di contributi.

Nello specifico il Ddl di riforma del settore dell’editoria concede sei mesi di tempo al governo per rivedere la normativa sui trattamenti di vecchiaia anticipata previsti dalla legge 416 del 1981.

Questa legge prevede per i giornalisti professionisti iscritti all’Inpgi, che siano dipendenti da aziende editrici di quotidiani, agenzie di stampa nazionali e periodici, per i quali sia stato dichiarato lo stato di crisi aziendale, la facoltà di optare, entro 60 giorni dall’ammissione al trattamento di cassa Integrazione guadagni straordinaria, per una liquidazione anticipata della pensione Inpgi di vecchiaia a condizione che i lavoratori siano in possesso di almeno 58 anni di età e 18 anni di contribuzione, non risultare titolare di altro trattamento previdenziale (anche fuori dall’Inpgi) e aver cessato il rapporto di lavoro.

La nuova normativa dovrà prevedere anche il divieto per il giornalista, che avrà ottenuto l’uscita anticipata, di mantenere alcun tipo di rapporto lavorativo con l’azienda che lo ha esodato.

Inoltre la delega al governo prevede di rivedere la procedura per il riconoscimento degli stati di crisi delle imprese editoriali per l’accesso agli ammortizzatori sociali e all’uscita anticipata.

Si ricorda che su questa normativa è intervenuto recentemente la riforma Madia sulla pubblica amministrazione, che ha vincolato la concessione dei trattamenti di pensionamento anticipato alla condizione che le aziende interessate prevedano la contestuale assunzione di personale giornalistico in possesso di competenze professionali coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio e sviluppo aziendale, per un rapporto minimo di un’assunzione a tempo indeterminato ogni tre prepensionamenti.