Imprese più ottimiste. Non così i consumatori

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In ottobre, dice l’Istat, l’indice di fiducia delle aziende è salito per il secondo mese consecutivo. In lieve calo l’indicatore relativo ai cittadini

In ottobre il clima di fiducia dei consumatori è leggermente diminuito passando da 108,6 a 108. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese, invece, è migliorata per il secondo mese consecutivo, passando da 101,2 a 102,4.

Lo comunica oggi l’Istat, che spiega che, tra le componenti del clima di fiducia dei consumatori, sono peggiorate quelle economica, personale e corrente seppure con intensità diverse: lieve il calo per il clima economico, passato da 128 a 127,4, più marcato per la situazione personale, 102,8 a 100,5, e per il clima corrente, da 106,8 a 102,8. Il clima futuro è invece migliorato per il secondo mese consecutivo riportandosi sui livelli dello scorso luglio (da 112,8 a 114,3).

I giudizi dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese sono stabili (il saldo rimane a quota -52) mentre le aspettative sono risultate in calo per il sesto mese consecutivo (da -18 a -19 il relativo saldo). Le opinioni sull’andamento dei prezzi al consumo, espresse su un arco temporale di 12 mesi (giudizi sui 12 mesi passati e aspettative per i prossimi 12 mesi), sono orientate alla diminuzione. Inoltre, sono aumentate le aspettative sulla disoccupazione (da 29 a 31 il saldo).

Per quanto riguarda le imprese, in ottobre l’Istat ha registrato un miglioramento della fiducia in tutti settori eccetto il commercio: la crescita è risultata più marcata nel settore dei servizi (l’indice sale da 103,7 a 106,6) e più lieve nella manifattura e nelle costruzioni (da 102,1 a 103,0 e da 125,3 a 125,8, rispettivamente); nel commercio al dettaglio l’indice invece è sceso da 102,0 a 101,3.

Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia, nel comparto manifatturiero sono migliorati, per il secondo mese consecutivo, i giudizi sugli ordini (il saldo passa da -14 a -11) mentre sono rimaste stabili le attese sulla produzione (a quota 9 dallo scorso agosto). Il saldo dei giudizi sulle scorte è passato da 3 a 4.

Nei servizi, sono migliorati i giudizi sul livello degli ordini (da 2 a 8 il saldo) e le attese sull’andamento generale dell’economia (da 3 a 6 il relativo saldo); stabili le attese sugli ordini (a quota 5). Nel commercio al dettaglio sono peggiorati sia i giudizi sulle vendite correnti (il saldo passa da 3 a -1) sia le attese sulle vendite future (da 24 a 22); diminuito il saldo sulle scorte di magazzino (da 14 a 10).