Gender gap: ancora 170 anni per eliminarlo
Secondo Oxfam è aumentato il tempo necessario per colmare le differenze di reddito, oggi pari al 23%, tra uomini e donne
Il gender gap, la differenza di reddito tra uomini e donne, non diminuisce. Anzi, continua a crescere, e cresce il tempo necessario per invertire il trend. A dirlo è Oxfam, che in occasione della giornata delle donne ha pubblicato, nell’ambito della campagna Sfido la fame, il report “Un’economia che funziona per le donne”.
Le disuguaglianze economica, salariale e di accesso al mercato del lavoro tra uomini e donne sono tali che per eliminarle servirebbero ancora 170 anni, 52 in più rispetto a quanti calcolati un anno fa. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del lavoro, le donne guadagnano oggi, in media, il 23% in meno rispetto agli uomini-
La disparità è drammatica soprattutto nei paesi più poveri, dove, afferma il rapporto, costa fino a 9 mila miliardi dollari all’anno di mancate risorse: risorse che potrebbero permettere l’uscita dalla povertà estrema di una fetta sempre maggiore dei 795 milioni di persone che ancora oggi soffrono la fame.
A pesare sulla bilancia è anche la quota di lavoro non retribuito, soprattutto nella cura delle persone – bambini e anziani innanzitutto – che viene svolto dalle donne da due a dieci volte in più rispetto agli uomini. Se fosse retribuito, questo lavoro varrebbe qualcosa come 10 mila miliardi di dollari all’anno: più del Pil di Giappone, Brasile e India messi insieme. Un’enormità di risorse che potrebbero non solo garantire un reddito dignitoso a milioni di famiglie nei paesi in via di sviluppo, ma anche migliori servizi pubblici essenziali come istruzione e sanità.
“La disuguaglianza di genere a livello economico, oggi è tornata ai livelli del 2008″, afferma Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia. “Nel mondo quasi 600 milioni donne sono occupate in lavori precari come il lavoro domestico a cui da sempre sono destinate e attività agricole di sussistenza, soprattutto nei Paesi poveri. E’ perciò un dovere universale garantire a milioni di donne un lavoro retribuito e un reddito dignitoso, colmando il divario tra uomini e donne in termini di opportunità e diritti, garantendo contratti stabili e condizioni di lavoro sicure. Sarà fondamentale poi affrontare con decisione la discriminazione di genere e gli abusi sul luogo di lavoro, ridurre il peso del lavoro di cura non retribuito, dare un accesso eguale a quello degli uomini alla proprietà della terra e alla proprietà d’impresa a livello globale. Solo così sarà possibile sconfiggere la povertà estrema entro il 2030, salvando dalla fame fino a 150 milioni di persone nel mondo”.