La manifattura spinge l’economia europea

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Grazie al maggiore afflusso di ordini nazionali ed esteri, a febbraio accelera la produzione dell’eurozona segnando un record da quasi sei anni, cioè da aprile 2011

La crescita della produzione economica dell’Eurozona aumenta l’andatura e segna un record in quasi sei anni. A trainare la risalita è il settore manifatturiero che grazie al maggiore afflusso di ordini nazionali ed esteri ha spinto la produzione al record da aprile 2011.

Anche nel settore terziario c’è stato un maggiore slancio della crescita, con un aumento dell’attività economica balzata al valore più alto in più di cinque anni e mezzo.

A fotografare il panorama economico dell’area euro è l’indice finale Markit PMI della Produzione Composita nell’Eurozona che ha raggiunto il valore più alto in 70 mesi con 56 punti, dai 54,4 di gennaio, confermando la precedente stima.

Nello specifico dei singoli paesi, a crescere di più è risultata l’Irlanda (57,8 punti) che è rimasta alla guida della classifica nonostante sia stata l’unica nazione ad indicare un rallentamento del tasso di espansione da gennaio.
Le quattro nazioni principali hanno tutte riportato maggiori incrementi della produzione, toccando il record su 18 mesi in Spagna (57 punti), su 34 mesi in Germania (56,1 punti), su 69 mesi in Francia (55,9 punti) ed il più netto aumento dal 2015 in Italia (54,8).

“Il PMI finale descrive un quadro di un’economia dell’eurozona che inizia a lavorare a pieno regime”, ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit.
“A febbraio – ha aggiunto Williamson – la crescita è accelerata in tutte e quattro le nazioni principali mostrando una ripresa sempre più sostenibile e robusta. L’accelerazione della crescita, l’occupazione ed i prezzi indicati dall’indagine, suggeriscono che gli analisti inizieranno a chiedersi quando la BCE ridurrà gli stimoli. E’ tuttavia possibile che nei prossimi mesi l’enfasi della banca centrale si mantenga quieta, concentrandosi sugli ostacoli che l’economia incontrerà nel 2017, nello specifico la necessità di una strategia accomodante di fronte alle incertezze politiche”, ha concluso.