Bond Connect: un nuovo passo nel processo di liberalizzazione

Michael Chow -

Negli ultimi due anni, con il lancio del sistema di scambio azionario tra Shanghai e Hong Kong e tra Shenzhen e Hong Kong, quest’ultima è diventata l’hub principale per connettere il mercato della Cina mainland al mercato globale.

Il lancio della piattaforma Bond Connect da una parte sposta verso sud i capitali di Pechino, e dall’altra migliora il profilo del mercato obbligazionario di Hong Kong oltreoceano. Il programma è imprescindibile per attivare le transazioni del mercato dei bond, e promuovere il ruolo Hong Kong come centro finanziario internazionale.

Il mercato obbligazionario cinese ha raggiunto un valore di 67.6 trilioni di renminbi (circa 8.700 miliardi di euro) ed è il terzo più grande al mondo[1].

Se questo mercato dovesse crescere del 23.8% ogni anno, in linea con il ritmo di crescita degli ultimi cinque, arriverebbe a contare 200 trilioni di renminbi nei prossimi cinque anni (circa 25.800 miliardi di euro), un mercato abbastanza grande per soddisfare i bisogni degli investitori globali.

Tuttavia, l’attuale partecipazione degli investitori esteri al mercato obbligazionario cinese è relativamente bassa. Per esempio la percentuale di bond governativi posseduta da istituzioni internazionali è meno del 4% del totale, e questo indica che c’è molto spazio per migliorare. Con il lancio della piattaforma Bond Connect, gli investitori istituzionali esteri possono utilizzare il mercato offshore in renminbi di Hong Kong per partecipare al mercato obbligazionario cinese, introducendo così nuovi flussi di capitale.

Negli ultimi due anni, il mercato cinese ha portato a termine il processo di liberalizzazione dei tassi di interesse, mentre le banche commerciali hanno dovuto affrontare pressioni concorrenziali senza precedenti. Grazie a prestiti da parte della banca centrale, dei player industriali e dell’amministrazione finanziaria, le banche commerciali si sono espanse e hanno migliorato la loro posizione, diventando abbastanza grosse da non essere marginalizzate. Per loro era una questione di sopravvivenza. Infatti, la competizione ha eccessivamente allungato la catena del capitale e ha imposto un elevato utilizzo dello stesso, mettendo a rischio la capacità di difendersi dagli shock esogeni. Come risultato, la banca centrale e la China Banking Regulatory Commission hanno emesso una serie di regolamentazioni per prevenire i rischi.

Da un punto di vista storico, l’attuale adeguamento del mercato obbligazionario è sufficiente. Alla fine del 2013, il mercato mainland aveva vissuto una serie di crolli a causa di un inasprimento della regolamentazione. A questo giro, con l’aggiustamento del mercato obbligazionario iniziato a novembre scorso, l’entità del movimento rialzista del rendimento obbligazionario è più o meno simile a quello del 2013. Quindi, non c’è spazio per un ulteriore movimento al ribasso.

Per quanto riguarda i fondamentali, a partire dalla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti del 2007 e il forte declino della crescita cinese, la svolta economica è passata da “periodo di forte crescita” a “periodo di sviluppo medio-alto”. A quanto ci dice l’esperienza, a una svolta economica corrisponde anche un cambio nei tassi di interesse. Il trend ribassista della svolta economica cinese dovrebbe coincidere con un calo dei tassi di interesse. Dopo un lungo periodo di aggiustamento, i rendimenti obbligazionari cinesi sono tornati sopra la media. In altre parole, c’è una deviazione tra il tasso d’interesse cinese e i fondamentali economici, e questo significa che i bond hanno poco margine per prolungare il trend rialzista dei loro rendimenti.

In confronto ai mercati internazionali, i bond high yield europei e i bond dei mercati emergenti hanno registrato buone performance a partire da inizio anno. Persino negli Stati Uniti, sotto il ciclo del rialzo dei tassi, c’è relativamente poco spazio per un ulteriore aumento del rendimento obbligazionario. Come risultato, il deciso movimento rialzista dei rendimenti delle obbligazioni cinesi ha aumentato ancora di più il differenziale d’interesse tra la Cina e i mercati esteri, amplificando l’attrattività dei bond mainland e avvantaggiando la sua conseguente performance.

In generale, il mercato dei bond della Cina mainland possiede già un buon value di allocazione. Nell’ottica di politiche anti rischio, il controllo potrebbe non essere troppo flessibile nel breve termine e il mercato obbligazionario potrebbe non prendere subito un movimento rialzista. Per gli investitori stranieri, e specialmente chi ha bisogno di capire come distribuire le proprie risorse, riteniamo che il lancio del programma Bond Connect arrivi al momento giusto per poter partecipare al mercato obbligazionario onshore.


Michael Chow – Head of International Business e Managing Director – Fullgoal Asset Management