Bitcoin: +150% nel solo 2017

BinckBank -

Il 21 luglio 2017 è stato rilasciato l’upgrade provvisorio SegWit2x e si è visto un rafforzamento della criptovaluta che ha fatto schizzare i prezzi alle stelle: solo nel 2017 il bitcoin ha fatto un salto del +150% ed ora, in attesa dell’upgrade di novembre, non è difficile immaginarne l’alta volatilità.

Quello che oggi il Bitcoin sta vivendo in borsa è infatti un vero e proprio trend bullish nonostante gli alti rischi correlati alla volatilità delle criptovalute e agli sbalzi repentini del mercato.

Ancora non è chiaro se si tratti di una bolla o del miglior investimento nella storia (nessun asset finanziario ha avuto una tale crescita in 7 anni), comunque sia i riflettori del mondo finanziario sono tutti puntati sull’andamento del mercato delle criptovalute, ed in particolare sul bitcoin.

Bitcoin è nata nel 2009 come un’implementazione P2P della proposta B-Money di Wei Dai e Bitgold di Nick Szabo del 1998 e da allora la moneta elettronica dell’anonimo Satoshi Nakamoto sta vivendo una costante crescita.
Negli 8 anni di vita si sono andate ad identificare 2 tipologie distinte di investitori in bitcoin (www.coin.dance statistiche aggiornate per area geografica):

  1. parte di mercato composta da nuovi utenti Bitcoin intesi come appassionati di una realtà consolidata: sono lo zoccolo duro di utenti informati e appassionati sia dei bitcoin che della teoria dei giochi, criptografia, sistemi distribuiti etc.
  2. speculatori di diverso tipo, dai daily traders, agli hodler, ai cassettisti che ritengono le criptovalute un bene limitato come oro e argento (il bene ‘rifugio’ del futuro), ai traders che investono in ETN su bitcoin, etc.

Diversi i passaggi che in pochi anni hanno via via portato la cripto moneta ad interessare un numero così ampio di investitori: dalla famosa transazione “Bitcoin Pizza” del maggio 2010 (un programmatore offrì 10mila bitcoin a chi gli avesse recapitato a casa due pizze Papa John: 6 milioni di dollari al cambio attuale) alla “parità con il dollaro” del febbraio 2011, ai primi 1.000 commercianti che accettano i pagamenti Bitcoin nell’ottobre 2012, fino al Bail-in della banca di Cipro nel marzo 2013, che fa emergere tutti i rischi del sistema bancario a vantaggio della criptovaluta.

Il leggendario rally del 2013 ha portato i bitcoin a 1100$ e al consenso generale: la capitalizzazione dell’intero sistema delle crtiptovalute è passata da 15 a 100 milioni di dollari in pochi mesi principalmente grazie al Blockchain ICO (Initial Coin Offering): ovvero la forma nuova di finanziamento grazie alle quale offerte iniziali di criptovalute e/o token sono messe in vendita attraverso il web per finanziare un progetto appena sviluppato.

La criptovaluta è costantemente salita fino ad aggiudicarsi il titolo di miglior performer tra le divise sia nel 2015 che nel 2016, complice soprattutto l’ingresso in Borsa a Stoccolma il 18 maggio 2015. L’ETN su bitcoin (Bitcoin Tracker One), scambiato allo Stock Exchange di Stoccolma, permette infatti di investire facilmente in questa asset class.

Il 2017 è sicuramente un anno partito sotto il segno dei bitcoin:

  • 11 marzo: la SEC (Security and Exchange Commission) boccia gli ETF su Bitcoin dei fratelli Winkelvoss. Vista come una vittoria da parte degli ortodossi di Bitcoin sui tentativi di controllo centralizzato della moneta virtuale, rallenta la adozione di massa della valuta su un mercato regolamentato.
  • Maggio: il valore dei Bitcoin raddoppia e arriva a quota 2.800$ soprattutto grazie alla spinta asiatica (soprattutto in Cina, in India e in Giappone per gli scambi commerciali).
  • 9 giugno: Binck è la prima banca in Italia ad offrire l’accesso alla negoziazione degli ETN su bitcoin (Bitcoin Tracker One) quotati su un mercato regolamentato
  • Luglio: tensione data dall’incertezza sul possibile hard fork di agosto per l’attivazione della tecnologia SegWit2x che avrebbe risolto i due principali freni all’espansione dei bitcoin e che la relega a bene speculativo e non moneta di scambio reale: l’alta volatilità (e l’eccessivo valore) e la lentezza delle transazioni.
  • 1 agosto: BIP148 user activated soft fork (UASF) – superata la soglia dei 4.000$!

Ma cos’è successo in agosto, e qual è lo scenario futuro?
Tutto è iniziato a maggio, con l’Accordo di New York (NYA), definito “l’accordo di Silbert” o “SegWit2x” per migliorare la capacità di transazione della rete Bitcoin. Sulla base di questo accordo, un FORK dal team di sviluppo Bitcoin Core è in fase di sviluppo con il nome di BTC1.
Barry Silbert, Fondatore e CEO di Digital Currency Group, promuovendo Segwit2x (e quindi la dimensione del blocco a 2MB) riesce di base a trovare un accordo con Bitmain, società cinese specializzata in microchip ASIC per il mining che, a suo tempo, aveva installato nell’hardware una back door attivabile in remoto in grado di aumentare del 20% i propri miners (il vantaggio competitivo sarebbe venuto a mancare con Segwit2x).

L’UASF (User Activator Soft Fork) cambia di fatto le carte alla cinese Bitmain che, a fine luglio, annuncia che le sue mining pool dal 1 agosto inizieranno a utilizzare Segwit2x: il possibile Hard Fork si trasforma in un’immissione di liquidità dal mercato asiatico.
Di base, l’UASF è un meccanismo che consente agli utenti che hanno un full node bitcoin di attivare in una specifica data un soft fork, minando solo i blocchi che supportano SegWit (BIP148) e scartando gli altri (BIP148).
Contestualmente, il 1 agosto, dalla costola di Bitcon nasce Bitcon Cash (BTC) di Calin Culianu, che si svincola dalla moneta originale e arriva a 8MB senza SegWit ma anche senza protezione (quindi altamente volatile).
Barry Silbert ha recentemente twittato ipotizzando uno scenario Gremlin-style: “Se Bitcoin Cash fallisce, verrà dimostrata la reale forza/consenso della comunità, se vince, vedremo tanti baby Bitcoin”.

Questo ulteriore Hard Fork è atteso per novembre 2017 (circa 90 giorni dopo l’attivazione della Segregated Witness nel blocco di Bitcoin) quando verrà generato un blocco di dimensioni pari a 1 MB a 2 MB in un tentativo di aumentare la capacità di rete in previsione che più del 90% della capacità di calcolo che protegge la rete bitcoin estrarrà da questo blocco.

A novembre quindi l’ardua sentenza: scenario Gremlins o il più grande investimento della storia?
Considerato che ogni 4 anni si dimezza la produzione di bitcoin e che la rete che memorizza la produzione di tale moneta virtuale ha un limite dato dallo stesso algoritmo di produzione (21 milioni di bitcoin, un asintoto che si prevede raggiunto dopo l’anno 2100 se si mantiene l’attuale produzione di bitcoin), tra 5 anni un bitcoin potrebbe valere più di 50.000€ o non valere più nulla.