L’inevitable aumento dei tassi nel Regno Unito

Léon Cornelissen -

La Bank of England ha fatto ciò che era inevitabile e ci si aspettava. I tassi di interesse sono stati alzati dallo 0,25% allo 0,5%, allineandosi alle aspettative del mercato, dopo mesi in cui diversi membri del Comitato di Politica Monetaria (MPC) avevano indicato come imminente un rialzo dei tassi.

A prima vista un rialzo appare ragionevole, considerando che l’inflazione viaggia al momento al 3%. Si tratta tuttavia di una conseguenza del precedente deprezzamento della sterlina ed è molto probabilmente temporanea, data la mancanza di segnali di una spirale salari-prezzi. Al contrario, i salari reali si stanno attualmente restringendo.

Ovviamente l’economia ha retto meglio del previsto dopo il voto sulla Brexit. L’aumento potrebbe essere giustificato come un semplice passo indietro rispetto all’alleggerimento che aveva seguito il voto che, con il beneficio del senno di poi, è risultato essere una “assicurazione” superflua. L’economia inglese non sta tuttavia mostrando alcun segno di accelerazione, a differenza degli Stati Uniti e dell’Eurozona. Oltre a questo, le trattative per la Brexit sono al momento inconcludenti, l’incertezza rimarrà alta nel futuro prossimo e come conseguenza il declino degli investimenti nell’impresa è un chiaro rischio per la crescita futura. La disoccupazione è tuttavia al livello più basso degli ultimi 42 anni, anche se non ci sono segni di una crescita degli utili, e quindi non vi è un gran bisogno di scioperi preventivi.

Si potrebbe ovviamente discutere che il voto della Brexit sia risultato in uno shock negativo dell’offerta e che, considerati i trend produttivi non esaltanti, la crescita dell’economia britannica nel trimestre pari allo 0,4% sia già superiore al potenziale, le cui stime di crescita sono tuttavia notoriamente difficili e soggette a variazioni nel tempo, quindi difficilmente una giustificazione per un aumento dei tassi a breve.

La Bank of England ha dichiarato che ulteriori incrementi verranno introdotti solo “a un ritmo controllato e in maniera limitata”. L’aumento dei tassi può quindi essere considerato da “colombe”.

Il cauto manovrare della Bank of England potrebbe essere considerato un’eco della posizione della Fed, che mercoledì ha indicato di voler continuare sulla strada di un graduale aumento dei tassi. Un incremento di 25 punti base a dicembre è a nostro avviso sicuro, nonostante un’inflazione “soft”. Il più plausibile candidato alla poltrona, Jerome Powell, banchiere e avvocato, seguirà molto probabilmente la linea di politica monetaria della Yellen. Powell è per il presidente Trump la scelta razionale e a basso rischio. È improbabile che un presidente populista nomini una figura “hard money”, sempre preferita in ogni caso dall’establishment politico repubblicano. I mercati considereranno probabilmente la sostituzione della Yellen un non-evento.


Léon Cornelissen – Chief Economist – Robeco