Bank of England cauta, rischi sul medio termine

Mark Nash -

Il ritmo di crescita dell’economia britannica è stato supportato per anni dall’aumento dell’offerta di lavoro nel Paese.

Con una diminuzione del numero di persone in arrivo nel Regno Unito dall’UE e i tassi di disoccupazione a livelli bassissimi, sta ora alla produttività alimentare la crescita del Regno Unito. Grazie al maggior numero di investimenti nel Regno Unito, in linea con il resto dell’economia globale, è ancora possibile un aumento della produttività. Tuttavia, tale crescita è sicuramente inferiore rispetto alle sue potenzialità, a causa dell’incertezza legata a Brexit – ciò significa che anche il livello a cui l’economia britannica può funzionare senza generare inflazione sarà basso.

In parole povere: non è necessario che la domanda sia così forte per spingere i prezzi al rialzo, l’asticella per un’accelerazione dell’inflazione è scesa.

Si tratta di un avvertimento per gli investitori: il rischio di inflazione è reale e probabilmente lo sarà ancora di più andando avanti, soprattutto nel Regno Unito, a causa delle sue caratteristiche uniche nel quadro globale.

Gli operatori di mercato non sembrano preoccupati, da anni abituati all’idea che il problema risieda nella domanda, non nelle pressioni inflative. Se il messaggio non fosse abbastanza chiaro, la BoE continua ad avere fiducia nelle sue previsioni di salari più alti, assunzione in linea con quella di una riduzione della capacità economica del Regno Unito.

Tuttavia, ciò non sorprende dato che, sebbene la BoE sia stata chiara su quanto sopra, l’outlook per l’aumento dei tassi di interesse continua ad essere molto timido: nei prossimi anni sembrano necessari solo altri due rialzi. Anche se, sorprendentemente, alcuni policymaker continuano a vedere l’inflazione sopra al target nelle previsioni su un orizzonte di due anni.

Il dibattito macroeconomico nel Regno Unito è chiaramente cambiato, come evidenziato dal Monetary Policy Committee di ieri. Tuttavia, non riuscendo a sostenere la propria posizione con un’azione decisiva, la Banca Centrale rischia di commettere un errore di politica, non attraverso l’aumento dei tassi di 25 punti base, ma nell’essere troppo cauta sull’outlook per i tassi nel medio termine.


Mark Nash – Head of Fixed Income – Old Mutual Global Investors