Ragioneria, taglio alle pensioni se si blocca l’aumento dell’età pensionabile

Walter Quattrocchi -

Secondo la RGS l’Ape ha aumentato la spesa per le casse dello Stato

La Ragioneria generale dello Stato si dichiara sfavorevole al blocco dell’età pensionabile a 66,7 anni di età o comunque a qualsiasi revisione dell’adeguamento anagrafico all’aspettativa di vita con traguardo fissato a 67 anni nel 2019.
Il rilievo è contenuto nella versione integrale del report annuale sull’andamento della spesa pensionistica e socio–assistenziale pubblicato sul sito della Ragioneria dello Stato.

Le previsioni
A rischio, secondo il rapporto, sarebbero gli importi degli assegni futuri con un taglio progressivo nell’arco di cinquant’anni, a partire dal 2020, che porterebbe il tasso di sostituzione delle mensilità della pensione da oltre il 60% a meno del 50%, rispetto alla busta paga di un lavoratore dipendente.
Inoltre, secondo i calcoli della Ragioneria, con un blocco totale dell’innalzamento dell’età pensionabile a 66 anni e 7 mesi andrebbe a peggiorare il rapporto fra pensioni e occupati e la spesa pensionistica crescerebbe del 0,8% sul Pil nel 2033, fino a raggiungere 21 punti di Pil al 2060 e 23,4 punti al 2070.
Il monito della Ragioneria giunge a ridosso dell’autunno, quando Mef e Lavoro dovranno pronunciarsi con decreto sui nuovi limiti d’età pensionabile, sulla base della nota Istat aggiornata sulle tendenze demografiche: nuovi requisiti di pensionamento di vecchiaia aumentati in virtù dell’applicazione degli adeguamenti automatici alla speranza di vita a 67 anni nel 2019, cinque mesi in più rispetto agli attuali 66 anni e 7 mesi.
I successivi adeguamenti dell’età per pensione di vecchiaia porterebbe dal 2031 il requisito anagrafico a 68 anni dal 2031 e a 70 anni dal 2057.
A tal proposito nel documento si ricorda come la “clausola di salvaguardia” inclusa negli accordi con la Commissione europea e la Bce fissa comunque l’uscita dal lavoro a 67 anni nel 2021.

Le critiche al Governo e alle parti sociali
Non mancano nel report critiche alle ultime misure del Governo stabilite d’intesa con i Sindacati per l’anticipo della pensione, come l’Ape, che avrebbe aumentato la spesa per le casse dello Stato, invertendo una tendenza di riduzione in atto da oltre vent’anni di riforme pensionistiche.

Le reazioni
Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, che si schiera insieme al presidente della Commissione Lavoro al Senato Maurizio Sacconi per rivedere l’innalzamento dell’età pensionistica, ci tiene a sottolineare che non si chiede un blocco ma solo una rimodulazione, in quanto nel 2015 l’aspettativa di vita in Italia è diminuita.
Il successivo aggiornamento delle previsioni di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario verrà effettuato dalla Ragioneria dello Stato a settembre, in occasione della predisposizione della nota di aggiornamento del DEF 2017