USA, la riforma fiscale favorirà anche le small cap

Cédric Le Berre -

Negli Stati Uniti, entrambe le camere puntano a una riduzione fiscale che potrebbe raggiungere 1,5 mila miliardi di dollari nel prossimo decennio.

Molto è già stato fatto dalla recente riforma fiscale degli Stati Uniti. Si tratta non solo della più grande riforma delle norme fiscali statunitensi da decenni, ma inizia anche a spostare il paese da una fase di stimolo monetario a una di stimolo fiscale. Ridurre l’aliquota dell’imposta sui redditi d’impresa dal 35% al 21% rappresenterà un vantaggio per molte società. L’amministrazione Trump si aspetta che i risparmi derivanti da una riduzione dell’onere fiscale consentiranno alle compagnie di investire strategicamente nel loro business. Questo, a sua volta, dovrebbe portare a una maggiore creazione di posti di lavoro. Dalle nostre conversazioni con le aziende emerge che i manager sono entusiasti di competere su un piano di parità, da un punto di vista fiscale, con i competitor globali.

Per noi non c’è alcun dubbio che il mercato USA abbia il vento in poppa. L’economia sta crescendo bene. La fiducia delle imprese è elevata, i consumatori sono in attesa di una crescita dei loro stipendi settimanali e l’inflazione è ancora debole. Si tratta di una combinazione formidabile. Le aspettative sugli utili per il quarto trimestre del 2017 e per i primi trimestri del 2018 continuano a essere solide il che dovrebbe essere positivo per i rendimenti dei mercati azionari. La rapidità del recente rialzo del mercato azionario USA è stata impressionante. Mentre molti ritengono che questo incrementi il rischio di una contrazione, i fondamentali del mercato continuano a essere di supporto per una ulteriore crescita.

Riteniamo che la riforma fiscale sarà un bene per l’economia in generale e le azioni delle small cap ne trarranno beneficio sotto molti punti di vista. La maggior parte di queste società focalizzano i loro business sugli USA e pagano un’aliquota più alta rispetto alle loro controparti di grandi dimensioni. Questo porterà a un aumento dei profitti e dei flussi di cassa per i titoli delle small cap. Noi crediamo che ciò non sia totalmente prezzato dal mercato. Se questi risparmi fiscali saranno investiti saggiamente, ciò porterà a una crescita delle vendite che consentirà agli utili di crescere e ai prezzi delle azioni di aumentare.

Un’altra area di opportunità per le small cap è quella del rimpatrio di capitali nell’ambito della riforma fiscale. In realtà saranno le large cap le beneficiarie primarie di questo provvedimento. Ma riteniamo che il rimpatrio possa essere uno stimolo per ulteriori operazioni di M&A. Ciò dovrebbe significare che le azioni delle small cap saranno il target di future fusioni e acquisizioni, e ciò offre ulteriore supporto a una prospettiva ottimistica per questi titoli.

Le small cap settoriali sono meglio posizionate e pertanto trarranno naturalmente beneficio da questo cambiamento di regime. La buona notizia è che il mercato ha solo iniziato a prezzare le imposte sui redditi d’impresa più basse. Oggi con la riforma fiscale c’è un motivo valido per mantenere una posizione in una small cap o per costruirla gradualmente. Questi titoli hanno sottoperformato negli ultimi 5 anni mentre le large cap hanno sempre raggiunto dei picchi. Adottare una prospettiva di diversificazione, aggiungendo le small cap alla costruzione di un portafoglio azionario, ne migliora il profilo rischio/rendimento. Ultimo ma non meno importante, l’universo small cap tende a essere meno efficiente di quello delle large cap.

Con una crescita globale vivace, un’inflazione bassa, un alto grado di fiducia delle imprese, un forte stimolo fiscale e prospettive attraenti sugli utili, ci sono diverse ragioni per essere ottimisti verso il mercato USA. Nell’ambito di queste caratteristiche interessanti, le small cap dovrebbero essere avvantaggiate.


Cédric Le Berre – Senior Analyst – Union Bancaire Privée (UBP)