Come rilanciare i fondi pensione

Roberto Carli -

La previdenza complementare rappresenta un sostegno prospettico sempre più importante in considerazione della evoluzione della piramide demografica e della riduzione delle prestazioni offerte dal sistema pensionistico obbligatorio.

E’ necessario allora rilanciarne le adesioni in maniera tale da favorire una copertura tendenziale del futuro sufficiente per i cittadini. Interessanti proposte provengono dal Salone del Risparmio che si è tenuto a Milano dal 10 al 12 aprile. Si guarda in particolare ad un rafforzamento dei vantaggi fiscali attualmente previsti dal nostro ordinamento. E’ utile partire da un veloce riepilogo delle attuali previsioni.

Partendo dalla fase di contribuzione, i versamenti sono deducibili dal reddito complessivo per un importo non superiore ad euro 5.164,57. Il vantaggio è quindi rappresentato da un risparmio pari all’aliquota Irpef. Secondo momento fiscale è poi quello della tassazione dei rendimenti, applicata con aliquota del 20 per cento. Nel caso in cui il fondo pensione investa in titoli di Stato per la quota corrispondente la tassazione è del 12,50 per cento.

L’incentivo fiscale più consistente si rinviene poi nella terza fase di un piano di risparmio previdenziale, l’erogazione delle prestazioni (o al 100 per cento sotto forma di rendita o massimo 50 per cento sotto forma di rendita e 50 per cento comunque sotto forma di capitale). Le prestazioni pensionistiche beneficiano di una tassazione sostitutiva con aliquota del 15 per cento riducibile fino al 9 per cento in base al periodo di partecipazione alla forma pensionistica complementare. l fondi pensione usufruiscono poi di ulteriori vantaggi.

Sono infatti esenti da imposta di bollo e da Tobin Tax. Il Ministero del Lavoro e l’Inps hanno poi chiarito che i fondi di previdenza complementare non sono considerati rapporti finanziari da comunicare ai fini della dichiarazione ISEE e pertanto la posizione individuale accumulata presso un fondo pensione non rileva ai fini ISEE.

Quali sono le proposte di miglioramento ? Si guarda alla best practise dei pir, i piani individuali di risparmio che durante il loro primo anno di vita hanno raccolto circa 11 miliardi di euro di risparmi delle famiglie italiane, contribuendo per circa l’11 per cento alla raccolta netta dell’intera industria italiana del risparmio gestito e che godono di una esenzione di 30 mila euro per 5 anni nella parte di accumulo. Si propone allora una maggiorazione dei limite di deducibilità dei fondi pensione. Si propone poi la esenzione dalla tassazione dei rendimenti dei fondi pensione così come accade in quasi tutti gli altri Paesi europei eccezion fatta per Svezia e Danimarca.

Come altra “nuova frontiera” guarda poi con molto interesse al PEPP, il piano previdenziale individuale paneuopeo, che vengono ritenuti essere la colonna portante di un sistema previdenziale integrato in Europa nonché un elemento importante della Capital Markets Union (CMU).