L’incertezza riguardo alle barriere tariffarie peserà sul commercio mondiale, ma non dovrebbe mettere a repentaglio la crescita globale

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L’incertezza riguardo alle barriere tariffarie peserà sul commercio mondiale, ma non dovrebbe mettere a repentaglio la crescita globale

Le tensioni sul commercio si sono acuite: Donald Trump minaccia ormai esplicitamente la Cina e l’Europa di imporre dazi più alti su altri prodotti. La Cina e l’Europa sono accusate di non rispettare le regole del gioco e di essere pertanto all’origine del deficit commerciale americano. Anche se si tratta di un argomento inconsistente, difficilmente il presidente americano abbandonerà la sua strategia prima delle elezioni di mid-term. In questa fase, i prodotti presi di mira dagli aumenti dei dazi rappresentano una percentuale troppo esigua del commercio internazionale per poter avere un impatto significativo sulla crescita. È per questo che finora, e non c’è da stupirsi, le tensioni commerciali non hanno ancora avuto un impatto significativo sulla domanda interna, se non il calo di alcuni indicatori sulla fiducia delle imprese.

È importante notare che anche in assenza di una guerra commerciale mondiale, un contesto incerto potrebbe pesare sugli scambi commerciali tra i Paesi. Ricordiamo che tra le cause del rallentamento del commercio mondiale dopo la Grande crisi finanziaria ci sono una minore liberalizzazione commerciale rispetto agli anni Novanta e Duemila, l’aumento delle barriere non tariffarie, soprattutto nei Paesi emergenti e la maturazione delle catene di valore globali. A ciò va ad aggiungersi l’incertezza riguardo?al contesto tariffario che, come evidenziato da alcuni studi, tende ad avere un impatto negativo diretto sul commercio (ad esempio attraverso un rischio più alto?di perturbare il funzionamento delle catene di valore mondiali). In altre parole, il solo clima di incertezza è in grado di rallentare il commercio tra le nazioni. Già ad aprile – prima dell’annuncio delle misure protezionistiche – si è osservato un calo significativo del commercio mondiale (2,4%, 3-mesi/3-mesi su base annua), senza però riuscire a individuare chiaramente la causa. Con un aumento del 3,8% su base annua (media mobile a tre mesi), il commercio mondiale cresce ora meno rapidamente del PIL mondiale.

Vista la situazione, il commercio internazionale potrebbe rallentare ulteriormente anche in assenza di una vera e propria guerra commerciale. In questo contesto non c’è bisogno di precisare che la domanda interna, ora più che mai, rappresenta la pietra angolare dell’espansione economica mondiale.