Gli scenari del dopo-Draghi

Andrea Iannelli -

Il commento di Fidelity International sul prossimo Presidente della BCE nel 2019

Con la fine del mandato di Draghi previsto per il prossimo ottobre 2019, il tema della successione del Presidente della BCE diventerà sempre più importante mano a mano che ci avviciniamo al nuovo anno.

Non vi è alcun favorito per la posizione, pertanto si cerca di valutare le qualità del singolo candidato.

Fino a poco tempo fa Jens Weidmann, il Presidente della tedesca Bundesbank, sembrava essere principale candidato per la successione di Draghi. Tra gli altri aspiranti per la successione al ruolo di guida della BCE troviamo anche Benoit Coeure. Il membro del comitato esecutivo francese è visto da molti come un candidato forte, tra l’altro supportato anche dalla BCE stessa. Sempre più presente sui media, ha espresso la sua visione da “falco” sulla politica monetaria europea, supportando la rimozione degli stimoli di politica monetaria.

Tuttavia la visione di Coeure, così come quella degli altri potenziali candidati, andrebbe letta con la dovuta cautela dato che le politiche della BCE continueranno ad essere guidate dai dati macroeconomici che via via saranno pubblicati.

Nella BCE, così come in altre banche centrali, la figura del Presidente è quella di un mediatore che aiuta il Consiglio a raggiungere un consenso. Di conseguenza atteggiamenti e posizioni più “estremi” di solito si ammorbidiscono e si moderano. Inoltre il Presidente della BCE agisce in nome della BCE e dell’Eurozona, non per conto o interesse di un singolo stato. Quindi, di nuovo, si tratta di raggiungere una posizione che soddisfi la maggioranza.

In termini di politica monetaria, finché lo scenario economico rimane quello attuale. Fidelity si aspetta un ulteriore e graduale rafforzamento. Il recupero dell’Eurozona rimane sui binari, seppur ancora con pochi segni di pressione inflazionistica.

Diversamente dalla FED, la BCE si concentra unicamente sull’inflazione: si dovrà pertanto procedere con cautela, mantenendo un approccio graduale e cauto nel rimuovere i supporti di politica monetaria. Al momento il mercato si sta muovendo verso un rialzo dei tassi a 7 punti base entro settembre 2019, il che a noi sembra appropriato. Gli investitori e i risparmiatori europei dunque dovranno aspettare ancora un po’ per soddisfare il proprio bisogno di reddito: i conti correnti e i depositi renderanno molto poco ancora per qualche tempo.

In questo scenario, il mercato obbligazionario “investment grade” europeo dovrebbe rimanere ben supportato, offrendo una interessante combinazione “rischio-rendimento” per gli investitori che cercano alternative alla liquidità che generino delle entrate. Nonostante l’elevata volatilità, dovuta ad una crescente incertezza politica interna ed esterna all’Eurozona, le basi macroeconomiche e i fondamentali delle aziende rimangono in buona salute

Sebbene il QE giungerà a termine alla fine del 2018, la banca centrale rimarrà coinvolta nel mercato attraverso il reinvestimento di titoli a scadenza e continuerà a fornire il proprio supporto al mercato.


Andrea Iannelli – Investment Director – Fidelity International