Commento di Lombard Odier IM sulla decisione del FOMC

Charles St. Arnaud -

Come ampiamente atteso, il FOMC ha deciso di aumentare il tasso ufficiale di 25 punti base, in un intervallo compreso tra il 2 e il 2,25%.

Tuttavia, il Comitato ha rimosso il riferimento ad una politica monetaria accomodante, segnalando che il FOMC ritiene che il tasso politico si stia avvicinando alla neutralità. Tuttavia, la Dichiarazione chiarisce che sarà necessario un ulteriore inasprimento, ma potrebbe iniziare a indicare una maggiore flessibilità nei tempi dei prossimi aumenti, probabilmente alla luce dell’incremento delle incertezze (principalmente l’impatto della escalation di una guerra commerciale), sebbene le previsioni del FOMC siano cambiate minimamente.

Continuiamo a credere che la Fed alzerà i tassi durante il prossimo meeting di dicembre. Tuttavia, a nostro avviso, gli investitori non stanno più concentrando la propria attenzione sulla politica monetaria della Fed ma, piuttosto, sulla probabilità che la Banca Centrale stia andando troppo in là nel ciclo di inasprimento monetario, fattore potrebbe scatenare la prossima recessione e non i tempi del prossimo rialzo. Per questo motivo gli investitori si sono concentrati sulla forma della piattezza della curva dei rendimenti nelle ultime settimane e, con la decisione odierna, è probabile che la situazione non cambi. Tuttavia, come già affermato settimane fa, siamo lontani dall’inversione della curva dei rendimenti, che rappresenta un indicatore affidabile della recessione sin dagli anni ’60. In primo luogo, la curva dei rendimenti potrebbe essere stata distorta, ma il QE della Fed e l’Operazione Twist spingono l’estremità più lunga verso il basso. In secondo luogo, se consideriamo l’attuale livello di tassi reali e dei principali indicatori, oltre alla curva dei rendimenti, stimiamo che le probabilità di una recessione siano prossime allo zero.

Riteniamo che la Fed continuerà a inasprire la propria politica monetaria in risposta al continuo aumento dell’inflazione sottostante, ma è improbabile che un’inversione della curva si verifichi prima della metà del 2019, il che significa che è molto difficile che negli Stati Uniti si manifesti una recessione nei prossimi 12 mesi, salvo lo shock per l’economia statunitense.


Charles St Arnaud – senior investment strategist – Lombar Odier IM