Studio MIT, ecco perché gli investitori dovrebbero aumentare l’esposizione al debito emergente

Marcelo Assalin -

Una ricerca della Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology (MIT) mostra che l’allocazione ottimale per il debito emergente è compresa tra l’8% e il 35% di un portafoglio a reddito fisso in un contesto di tassi in aumento. Il debito emergente pesa ancora per un 2-6% nei benchmark obbligazionari mondiali, nonostante i benefici che l’asset class è in grado di offrire.

Il debito dei mercati emergenti è una delle asset class fondamentali e in crescita che interessa sempre più agli investitori istituzionali. Inoltre, quest’anno i prezzi del debito emergente sono stati spinti al ribasso da un dollaro forte e da altri fattori tecnici.

Una nuova ricerca della Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e supervisionata da NN Investment Partners (NN IP) mostra che l’allocazione ottimale nel debito emergente in un portafoglio a reddito fisso in un contesto di tassi crescenti è compresa tra l’8% e il 35%, a seconda della propensione al rischio degli investitori. Eppure, il peso di questa asset class nei principali benchmark di riferimento per il reddito fisso è ancora inferiore rispetto a questi valori.

La ricerca ha confrontato i profili di rischio/rendimento di una serie di settori dell’universo obbligazionario in periodi di tassi in aumento negli ultimi 15 anni e ha prodotto l’allocazione ottimale per il debito emergente nei portafogli a reddito fisso, dati alcuni livelli di tolleranza di ribasso. La ricerca conclude che anche gli investitori con la più bassa tolleranza al rischio (0%) su un periodo di un anno beneficerebbero comunque di un’allocazione dell’8% in questa asset class. Per una moderata tolleranza al rischio (-5%), l’allocazione raccomandata sale drasticamente al 26%. L’allocazione ottimale per gli investitori disposti ad accettare un rischio di ribasso del -15% è del 35%.

Riteniamo inoltre che il debito emergente presenti vantaggi strutturali. Ad esempio, tra il 1983 e il 2016, i tassi medi di recupero delle obbligazioni sovrane emergenti inadempienti sono stati pari a circa il 54%, un tasso materialmente superiore a quello delle obbligazioni societarie. Inoltre, nel corso di un anno si sono verificati non più di due default di bond sovrani emergenti e, mentre gli spread creditizi tendono ad essere correlati con le azioni USA, durante la crisi finanziaria globale del 2008 non vi è stato un aumento significativo dei default sovrani degli emergenti.

Nonostante le dimensioni del debito emergente come asset class, il suo profilo favorevole di rischio/rendimento negli ultimi 15 anni e i suoi solidi fondamentali, le allocazioni verso questi prodotti rimangono basse. Una precedente ricerca di NN IP (Investor Sentiment EMD) ha rivelato che gli investitori istituzionali assegnano tipicamente solo l’1-5% dei loro asset al debito emergente, mentre la quota di settore dei principali benchmark è bassa: rappresenta solo il 2% degli indici Citi WGBI, il 3,1% del Bloomberg Global treasury e il 6% degli indici Bloomberg-Barclays Global Treasury5. La ragione principale di ciò è che questa asset class non è rappresentata proporzionalmente nei benchmark globali del reddito fisso perché diversi titoli e paesi non soddisfano i criteri di inclusione.

La ricerca di NN IP Investor Sentiment EMD ha anche dimostrato che oltre la metà degli investitori istituzionali cita l’insufficiente comprensione dei mercati emergenti come causa della scarsa allocazione nel settore, mentre tre quarti di essi affermano che ciò è dovuto ad una generale percezione di rischio. Pensiamo invece che l’alto rendimento, il debito in valuta forte, il debito con duration corta emergenti, unitamente al debito dei mercati di frontiera, abbiano un forte potenziale per superare altre asset class a reddito fisso in un contesto di tassi crescenti. Anche il debito in valuta locale con duration breve dovrebbe registrare buoni risultati.

Il debito emergente è un’asset class piuttosto sottovalutata. Noi incoraggiamo gli investitori a guardare oltre le preoccupazioni ingiustificate e a guardare più da vicino i dati. Le caratteristiche storiche di rischio e rendimento del debito emergente sono molto interessanti, soprattutto quando il rendimento aggiuntivo può fungere da ammortizzatore contro i venti contrari creati dall’aumento dei tassi. Il mercato tende a sovrastimare i rischi associati alle obbligazioni sovrane emergenti, il che ha creato un trade-off di rischio e rendimento più favorevole rispetto ad altre asset class del reddito fisso per l’investitore paziente.


Marcelo Assalin – Head of Emerging Market Debt – NN Investment Partners