Come utilizzare l’informativa annuale dei fondi pensione

Roberto Carli -

Al via la stagione della informativa annuale.

I fondi pensione entro il 31 marzo devono inviare ai proprio iscritti, mediante posta elettronica all’indirizzo dell’aderente previamente acquisito o in formato cartaceo, il corredo informativo per consentire loro di attivare la fase del controllo, particolarmente importante in un sistema previdenziale come il nostro in cui la previdenza complementare ha la funzione di integrare una prestazione erogata dal sistema obbligatoria in fase di progressiva riduzione per effetto della progressiva estensione del metodo di calcolo contributivo.

Va infatti ricordato come la partecipazione ai fondi pensione non si esaurisce nella semplice adesione, sia pure “consapevole”, ma necessita anche di un comportamento attivo “nel durante” da parte dell’ aderente.

Quali sono i contenuti dell’informativa annuale ? La Comunicazione periodica contiene le informazioni più importanti sull’investimento previdenziale (l’ammontare della posizione individuale, i contributi versati nel corso dell’anno, i rendimenti conseguiti e i costi effettivamente sostenuti). In allegato alla informativa annuale vi è poi in genere il modello da utilizzare per la comunicazione alla forma pensionistica dei contributi versati in eccedenza rispetto al limite di deducibilità annuo pari ai 5164,57 euro.

Con la comunicazione periodica viene inviato anche il documento La mia pensione complementare – versione personalizzata, che contiene una simulazione della presunta pensione complementare calcolata in base ai dati anagrafici dell’iscritto, alla posizione individuale maturata, alla dinamica retributiva, alla linea di investimento scelta e ad alcune ipotesi definite dalla Covip.

Come utilizzare il corredo informativo ? La finalità è quella di consentire di controllare tempo per tempo la regolarità dei versamenti effettuati e l’adeguatezza del percorso previdenziale scelto. Potrebbe infatti doversi valutare di modificare alcune scelte compiute, ad esempio aumentando i contributi o cambiando la linea di investimento sia per evoluzioni di tipo soggettivo (cambia lo status lavorativo, si evolve la capacità di risparmio, avanza l’età anagrafica approssimandosi il pensionamento) che oggettivo (volatilità sui mercati finanziari) alla luce dei quali decidere un riposizionamento strategico del proprio “atteggiamento previdenziale”.

Occorre cioè porsi la domanda sul se, come, quando e con che frequenza riposizionarsi sia all’interno della medesima forma previdenziale cui si sia aderito, che trasferendo la propria posizione individuale ad altro fondo pensione a condizione che siano maturati i requisiti previsti dalla normativa (permanenza da almeno 2 anni).

Il tutto in un contesto evolutivo dinamico da decodificarsi e interpretarsi in ottica prospettica di what if (cosa succede se…), alla luce delle frequenti “correzioni” al sistema pensionistico, delle possibili innovazioni in campo fiscale, dell’altalena dei mercati finanzia. La necessaria impostazione metodologica deve essere però durante il controllo , di considerare il contesto finanziario di riferimento (come sono andati i mercati in generale, in che fase del ciclo economico ci si trova) relativizzando il check up su archi temporali sufficientemente significativi.