Fondi pensione e performance, gli aggiornamenti della Covip

Roberto Carli -

Dopo il recente aggiornamento degli Indicatori di Costo la Covip rende noto di avere pubblicato sul proprio sito i rendimenti aggiornati al 31 dicembre 2018 dei fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti e pip.

Si prosegue allora lungo il percorso di un accrescimento dell’informazione e della trasparenza del sistema della previdenza complementare, uno dei principali driver dell’azione della Autorità di Vigilanza. Nella fattispecie in oggetto va ricordato come la valutazione delle performance costituisce una importante “bussola” per valutare la bontà di un piano previdenziale sia pure con tutti gli alert del caso, dal ricordare come debba ponderarsi il dato in relazione al contesto di mercato di riferimento e debba collocarsi in un orizzonte temporale di valutazione di medio-lungo periodo coerentemente con quella che è la proiezione del pensionamento. I fondi pensione a contribuzione definita corrispondono infatti una prestazione che dipende dai contributi versati, dai rendimenti prodotti, dal livello di onerosità della forma previdenziale. I benefici pensionistici non sono determinati allora ex-ante ma dipendono da contributi, costi e rendimenti.

Proprio in considerazione della centralità della gestione finanziaria , al fine di stimolare un maggior livello di consapevolezza finanziaria da parte dei risparmiatori, è stata introdotto come documentazione precontrattuale uno specifico questionario di autovalutazione sul livello di conoscenza che l’aderente ha in materia di previdenza complementare (sistema dei fondi pensione e aspettative previdenziali) e sulla congruità della scelta previdenziale (orizzonte temporale, capacità e propensione personale in tema di risparmio). Tale questionario è volto a meglio orientare l’interessato nella scelta tra le diverse opzioni di investimento proposte, senza però alcun vincolo o preclusione rispetto a opzioni differenti.

Andando ai dati ora pubblicati, la Autorità di Vigilanza specifica che sono ordinati secondo il numero di iscrizione all’albo della COVIP, per quanto riguarda i fondi pensione negoziali, e alfabeticamente, secondo la denominazione della società che li gestisce, per quanto riguarda i fondi pensione aperti e i PIP. Il rendimento viene indicato per ciascuna linea di investimento, prendendo a riferimento differenti periodi temporali (1, 3, 5 e 10 anni).

Per ciascuna linea di investimento è riportata la categoria individuata secondo i criteri indicati nello Schema di Nota informativa Il rendimento indicato è quello medio annuo composto. Il rendimento medio calcolato nel regime di capitalizzazione dell’interesse composto ( vedi glossario ) è leggermente più basso di quello che si otterrebbe calcolando la media aritmetica dei rendimenti di ciascun anno del periodo di riferimento.

Ad esempio, prosegue la Covip, se il rendimento di un anno è lo 0 per cento e il rendimento dei due anni successivi è rispettivamente il 10 e il 20 per cento, il rendimento medio annuo del triennio calcolato con la media aritmetica è pari al 10 per cento; il rendimento medio annuo composto è invece pari al 9,7 per cento. I rendimenti riportati sono al netto degli oneri che gravano sul patrimonio della linea di investimento: si tratta, in particolare, della commissione di gestione finanziaria e di altri costi, compresi – per i fondi pensione negoziali e i fondi pensione aperti – gli oneri fiscali sui rendimenti.

Per i fondi pensione aperti e i PIP viene pubblicato il rendimento al netto della commissione finanziaria applicata ordinariamente e non di quella, più bassa, che alcune forme prevedono per le adesioni di lavoratori dipendenti su base collettiva o in caso di convenzioni con associazioni di lavoratori autonomi o liberi professionisti.

Per le collettività interessate da dette agevolazioni i rendimenti sono pertanto più alti di quelli ordinari e sono resi noti in apposite “Schede collettività”, consegnate al momento dell’adesione insieme alle Note informative. I rendimenti pubblicati nell’elenco non considerano gli oneri che gravano direttamente sull’aderente (ad esempio, se previste, le commissioni di iscrizione, le commissioni in cifra fissa o in percentuale sui versamenti applicate ogni anno, ecc.).

Essi non coincidono quindi con il rendimento effettivamente conseguito dal singolo aderente, che è al netto anche di questi ultimi costi. I costi complessivi, compresi quelli che gravano direttamente sull’aderente, sono considerati – secondo ipotesi standard – nell’“indicatore sintetico dei costi (ISC)”.