Elezioni Argentina, evitati gli sviluppi più estremi ma restano rischi sul breve termine

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Il risultato delle elezioni in Argentina ha confermato le aspettative, con la vittoria di Alberto Fernandez e Christina Kirchner, con un margine tuttavia molto più ridotto rispetto alle primarie, tanto che i “kirchneristi” non hanno ottenuto la maggioranza al Congresso.

Il lato positivo è che il movimento Cambiemos del Presidente Macri ha ottenuto 2 milioni di voti in più rispetto alle primarie, mettendo a segno una vittoria schiacciante nella città di Buenos Aires e vincendo anche in altri distretti chiave. Senza una maggioranza al Congresso, l’azione di Alberto Fernandez sarà limitata dall’opposizione più forte di Cambiemos. Ciò ridurrà il rischio di assistere a sviluppi estremi come cambiamenti alla costituzione. Al momento sembra molto improbabile che assisteremo a un’implosione di Cambiemos, scenario che lascerebbe carta bianca ai kirchneristi.

Un altro rischio che sembra essere diminuito è quello di una transizione disordinata. La Banca Centrale Argentina (BCRA – Banco Central de la República Argentina) ha già imposto controlli più stingenti sul capitale, e gli sforzi volti a implementare tali misure prima dell’effettivo cambiamento al Governo il 10 dicembre, inizieranno oggi.

Nonostante ciò, si tratta di un risultato elettorale negativo per le politiche di breve termine. Il conflitto interno tra Kirchner e Fernandez potrebbe limitare i tentativi di perseguire un percorso economico più ortodosso e probabilmente assisteremo a un mix di politiche come il controllo sui capitali, un aggiustamento fiscale limitato, tasse sull’export più elevate, monetizzazione, controlli sul rapporto tra prezzi e salari e default o rinegoziazione del debito.