Germania, è ancora la locomotiva d’Europa?

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Le nostre prospettive di mercato sono moderatamente positive. Il nostro scenario di base continua a escludere una recessione negli Stati Uniti nel breve termine. Nonostante alcuni dati macroeconomici più deboli, l’economia a stelle e strisce continua a essere solida e sostenuta da un forte mercato del lavoro, dai consumi e dalle indagini ISM sul non manifatturiero. Tuttavia, le prospettive economiche globali si sono deteriorate, con l’Europa particolarmente fragile. La produzione industriale, le spese in conto capitale, le tendenze dei nuovi ordinativi e il commercio mondiale si sono indeboliti. Il tema della guerra commerciale continua a essere negativo e l’impatto indiretto dell’incertezza pesa sulla fiducia delle imprese. L’inflazione resta bassa, il che consente uno stimolo monetario accomodante. L’efficacia di un ulteriore allentamento monetario (in particolare in Europa) e le possibilità di stimolo fiscale (gli Stati Uniti hanno già un disavanzo di bilancio elevato) per sostenere l’economia in un contesto in deterioramento sono motivo di preoccupazione.

Riteniamo che le prolungate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina siano il rischio principale. Anche se i modelli sembrano indicare che l’impatto diretto della guerra commerciale sull’economia statunitense e cinese sia relativamente modesto, l’impatto indiretto della riduzione degli investimenti e della fiducia dei consumatori potrebbe essere molto maggiore. Inoltre, il calo del commercio mondiale colpisce in particolare economie come l’Europa, e una crescita più bassa si ripercuoterebbe a livello globale. Anche i negoziati commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa nel corso dell’anno potrebbero rappresentare un rischio. Tuttavia, visto che entrambe le parti sono capaci di ritorsioni, valutiamo meno probabile un’escalation della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e l’Europa prima delle prossime elezioni americane. Inoltre, nei prossimi mesi è ancora in gioco il fattore hard-Brexit.

Nuove emissioni di convertibili sono diminuite a circa 2,9 miliardi di dollari, tra cui spiccano il gruppo malese CIMB Group, la coreana LG Display e la società di software francese Worldline.