Gli strategist di Natixis e i gestori delle affiliate guardano al 2020 con una view eterogenea, anticipando per il futuro pochi shock al ribasso o driver al rialzo

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I risultati del Natixis Strategist 2020 Outlook rivelano che, nonostante una visione più positiva sulle attività di rischio, le previsioni di movimento a livello globale sono molto contenute.

Dopo un anno di rendimenti azionari a doppia cifra e di solide performance sui mercati obbligazionari, i diversi esperti di investimento di Natixis stanno monitorando le incertezze legate alle presidenziali Usa e alle elevate valutazioni degli asset, secondo quanto emerge dal Natixis Strategist 2020 Outlook, pubblicato dal Natixis Investment Institute.

Lo studio analizza i risultati di un’indagine condotta tra 24 strategist, economisti e gestori che operano all’interno di Natixis Investment Managers, delle sue affiliate e di Natixis Corporate & Investment Banking, fornendo indicazioni su ciò che gli investitori potrebbero aspettarsi nel 2020 e oltre.

Rischio: cosa potrebbe andare storto? Oppure bene?

L’Investment Managers Strategist Outlook di Natixis di metà anno aveva individuato in Brexit il più probabile rischio negativo, ma gli strategist hanno spostato la loro attenzione sulle crescenti preoccupazioni relative alle presidenziali americane. Il conflitto geopolitico continua a essere tra i primi tre rischi, seguito dalla probabilità di una recessione statunitense, europea e/o globale. Allo stesso modo, eccezion fatta per uno scenario di soft Brexit o di assenza di Brexit stessa, gli strategist di Natixis non si aspettano molta più spinta al rialzo da parte di altri fattori.

Una view eterogena sulle presidenziali americane

Anche se gli intervistati non si aspettano evidenti shock per i mercati, le proiezioni sul vincitore delle presidenziali sono equamente divise, con un 50% circa che si aspetta la rielezione di Trump e l’altra metà che si aspetta un nuovo presidente.

“L’aspetto più significativo è il modo netto con cui i risultati del sondaggio sono in bilico”, ha dichiarato Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis Investment Managers. “Sembra che ogni prospettiva ottimistica sia controbilanciata da una più pessimistica. Anche se le presidenziali del prossimo anno negli Stati Uniti sono nelle al centro delle riflessioni degli strategist, la situazione resta opaca, senza alcun risultato chiaro”.

Prospettive per le asset class

Rispetto alle prospettive di metà anno, gli intervistati sono ora complessivamente più ottimisti in generale, con un punteggio rialzista / ribassista più elevato su 15 delle 19 asset class considerate. Detto questo, anche i punteggi più rialzisti sono stati comunque solo lievemente superiori alla linea di neutralità e le aspettative rimangono deboli.

Con la speranza di una Brexit meno traumatica, il sentiment per i titoli del Regno Unito è migliorato con significativi rialzi per le azioni britanniche ed europee. I maggiori miglioramenti nella classifica rialzista / ribassista delle 20 asset class sono stati di gran lunga per i titoli azionari britannici, per i titoli a più ampia capitalizzazione in Europa e per gli azionari dei Paesi sviluppati (Usa esclusi). Le azioni dei mercati emergenti sono ancora molto apprezzate, posizionandosi al primo posto.

Gli intervistati si sono dimostrati relativamente neutrali per quanto riguarda le azioni statunitensi. In media, gli intervistati hanno fissato per l’S&P 500 un obiettivo a fine 2020 pari a 3.074, che implica una variazione minima per il prossimo anno (-0,2%) rispetto al livello dell’indice al momento dell’indagine. Ma le opinioni erano perfettamente divise: 12 strategist anticipano rendimenti più elevati e altri 12 ne anticipano di inferiori. Le previsioni di crescita maggiori implicano un guadagno del 9,9%, mentre quelle più basse implicano una perdita dell’11,2%.

La strada per il 2030

Guardando al prossimo decennio, i trend economici e di investimento più importanti includono le preoccupazioni politiche, la capacità muoversi in un contesto di inflazione, i tassi di interesse e le politiche delle Banche centrali. Secondo gli intervistati, un altro probabile trend sarà legato al cambiamento climatico e ai suoi effetti sull’economia globale. Gli intervistati hanno affermato che vi sono alcune potenziali opportunità di investimento correlate al cambiamento climatico, come ad esempio gli effetti della tecnologia e della produttività per incrementare il potenziale di crescita. Gli strategist ritengono tuttavia che i filoni legati a populismo e deglobalizzazione possano indebolire il progresso economico nel corso dei prossimi dieci anni.

Tendenze per il 2030

Dave Lafferty ha concluso: “La visione d’insieme dei nostri strategist mostra la sfida che molti investitori dovranno affrontare quando il mondo entrerà nel nuovo decennio: una crescita economica positiva, ma appena al di sopra della velocità di stallo, valutazioni elevate ma non esorbitanti ed eventi geopolitici che potrebbero tanto supportare quanto intaccare la fiducia dei mercati”.