Smartphone più intelligenti, audiolibri, podcast e e-bike i trend del prossimo anno

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Deloitte presenta la diciannovesima edizione di “TMT Predictions”: quanto varrà l’intero ecosistema degli smartphone? Sarà possibile aumentare l’intelligenza di smartphone e droni a un costo ridotto? Come saranno i robot di domani? Come si muoveranno le persone per andare al lavoro nei prossimi anni? Come “leggere” un libro nel 2020? Quale ruolo per la TV tradizionale nell’industria televisiva globale? Questi alcuni dei temi affrontati dal report “TMT Predictions 2020”.

Il potere “moltiplicatore” dello smartphone

Nel 2020, l’intero ecosistema dello smartphone supererà i 900 miliardi di dollari

Oltre al singolo device, una serie di “moltiplicatori” contribuisce al mercato degli smartphone: Hardware, come ad esempio smart speaker, cover e wearable (smart watch e fitness band), Contenuti, advertising e app di giochi, musica e video; e Servizi, riparazioni, assicurazione, cloud, ….

Nel 2020, le tre principali fonti di ricavo saranno advertising, app (soprattutto di videogame), e accessori, che insieme produrranno oltre 370 miliardi di dollari, pari all’81% del totale.

Nel 2019, gli investimenti pubblicitari su mobile (smartphone e tablet insieme) hanno superato quelli in televisione e si prevede un’ulteriore crescita, a seguito dell’introduzione di nuovi format pubblicitari adatti a questi dispositivi. Tra il 2020 e il 2021, ci si attende un aumento del 13% per le spese di mobile advertising e i soli investimenti pubblicitari su smartphone raggiungeranno 176 miliardi di dollari nel 2020, il 18% in più rispetto al 2019. Lo smartphone è un touchpoint fondamentale per l’advertising, grazie alla possibilità di effettuare acquisti immediati, tramite la memorizzazione delle credenziali di carte di credito, e le innovazioni in ambito realtà aumentata e ricerche per immagini.

Nel 2020 ci si attende un fatturato complessivo di 118 miliardi di dollari per le app, di cui 80 derivanti da videogiochi, il 10% in più rispetto al 2019. I ricavi da app di videogame supereranno i 100 miliardi di dollari nel 2022, e l’80% sarà riconducibile allo smartphone. Il mercato subirà una spinta anche dai servizi di giochi a pagamento, che metteranno a disposizione centinaia di titoli, con una fee di registrazione. Grazie a processori che supporteranno game in 120Hz e alla bassa latenza che deriverà dal 5G, i giochi in streaming potranno fornire un ulteriore impulso a questa industria.

Si stima che il comparto degli accessori raggiungerà 77 miliardi di dollari nel 2020, principalmente grazie alle categorie audio, power e protezione. Ci si attende la vendita di 129 milioni di cuffie senza fili nel 2020, dai 46 milioni del 2018, mentre le power bank fattureranno 19.4 miliardi di dollari nel 2025, grazie anche ai caricatori wireless e USB-C, che saranno 40 volte più veloci degli standard attuali.

“L’ampiezza dei servizi e dei prodotti corollari allo smartphone è indice della rilevanza di questo device e lo qualifica come uno dei più importanti della storia. Con un giro d’affari di mezzo trilione di dollari nel 2020, i moltiplicatori potrebbero superare le vendite stesse dello smartphone nei prossimi 5 anni” afferma Andrea Laurenza, Partner Deloitte e industry leader TMT per l’area Deloitte Central Mediterranean. “Oggi, immaginare la nostra vita senza smartphone e senza i dispositivi e le app che lo completano è pressoché impossibile, e i suoi moltiplicatori rappresentano una grande opportunità di business per coloro che riescono a immaginarne nuovi sviluppi”.

L’Intelligenza Artificiale sarà a portata di mano    

Deloitte prevede che nel 2020 saranno venduti oltre 750 milioni di chip edge AI, ossia chip che sviluppano funzioni di machine learning direttamente dal dispositivo su cui sono installati, anziché da un data center in remoto

Il mercato dei chip edge AI registrerà 2,6 miliardi di dollari di ricavi, con un CAGR (tasso annuo di crescita composto) del 36% in tre anni. Entro il 2024 ci si attende una vendita di 1.5 miliardi di unità, il 20% in più dall’anno scorso (si pensi che il CAGR di tutta l’industria dei semiconduttori è del 9%).

Grazie all’installazione direttamente in loco di chip di intelligenza artificiale, saranno numerose le possibilità di sviluppo, sia in ambito consumer, sia aziendale. I chip edge AI infatti, presentano dimensioni ridotte, sono più economici e hanno bisogno di meno potenza, consumando in questo modo meno batteria.

Nel 2020, il 90% del comparto chip edge AI deriverà dal segmento consumer, principalmente dagli smartphone, che rappresenteranno il 70% di questa categoria, ma anche smart speaker e wearable (che insieme venderanno circa 125 milioni di unità). I chip edge AI offriranno numerose opportunità alle aziende soprattutto per applicazioni Internet-of-Things (IoT), supportando capacità di analisi dei dati superiori direttamente dal device, non limitate alla mera raccolta.

Le principali innovazioni avverranno in ambito machine learning: funzionalità biometriche di riconoscimento, realtà aumentata, assistenza vocale e foto. Grazie ai chip edge AI, tutte queste funzioni potranno essere svolte in modo più performante e veloce, con maggiore tutela della privacy. I dati raccolti e processati direttamente in locale infatti, limitano le probabilità di “furti digitali” e frodi di dati sensibili.

“La possibilità di inserire processori altamente performanti direttamente nei dispositivi – siano essi smartphone, smart speaker o droni – permetterà di dotare ogni device di capacità di elaborazione e analisi a costi ridotti. Secondo Deloitte, il costo medio della sezione AI di un chip è di 3,5 dollari” commenta Andrea Laurenza. “Per consumatori e aziende sono alle porte numerosi vantaggi, dalla tutela della privacy, alla sicurezza e, sebbene molte elaborazioni avverranno in locale, non significa che i servizi di cloud AI ne risentiranno. L’industria dell’AI in cloud fatturerà 12 miliardi di dollari nel 2024, con un CAGR del 34%. I chip edge AI non presentano solo importanti sviluppi per i dispositivi già presenti sul mercato, ma anche un enorme potenziale per nuove categorie tecnologiche e funzioni che spaziano in diversi settori, dalla produzione, alla logistica, così come all’agricoltura e all’energia” conclude Andrea Laurenza.

Ti presento il tuo nuovo collega: un robot   

Nel 2020 le aziende acquisteranno oltre 1 milione di robot, e la metà sarà dedicata a servizi professionali. Questa categoria supererà le unità vendute dei robot industriali nel 2020, e i relativi ricavi nel 2021

Il settore della robotica registrerà tassi di crescita importanti: si prospetta un fatturato di 18 miliardi di dollari per i robot industriali, +9% rispetto al 2019, e di 16 miliardi di dollari per quelli di servizi professionali (+30%).

La categoria dei robot industriali, principalmente impiegata nella produzione di automobili, elettronica, metalli, plastiche e chimica, ha vissuto due anni difficili, segnati da guerre commerciali e dal calo del comparto automobilistico e del mercato cinese, che da solo conta il 36% della robotica. Tuttavia, entro il 2021, il numero globale di installazioni di robot industriali segnerà il 93% in più rispetto al 2016.

I robot di servizi professionali invece, impiegati soprattutto nella logistica, nel retail e in ambito sanitario, presenteranno un trend a due cifre, trainato da una coppia di importanti novità tecnologiche: la rete di quinta generazione (5G) e i chip edge AI. Grazie al 5G, i robot riusciranno a mantenere livelli di connessione affidabili e performanti in maniera capillare in tutte le fabbriche o i magazzini (anche quelli di grandi dimensioni), mentre attraverso i chip edge AI potranno beneficiare di migliori capacità di elaborazione e di consumo di energia.

“Deloitte prevede un’espansione della robotica grazie alle recenti innovazioni tecnologiche che ne aumenteranno potenza e flessibilità. In questo contesto, sarà molto più complesso per le aziende valutare il ritorno degli investimenti in questa direzione: questa nuova generazione di robot avrà un impatto significativo sui processi decisionali della filiera produttiva e della logistica” commenta Andrea Laurenza. “I cambiamenti non impatteranno solo il mondo aziendale ma anche quello privato. I robot ‘consumer’ hanno infatti registrato un tasso di crescita del 44% rispetto al 2019, rappresentando il 97% delle unità robotiche vendute, e 1 dollaro su 7 di tutto il comparto. 5G e chip edge AI potranno incrementare anche le performance di questi device” conclude Andrea Laurenza.

Più bici per tutti: la e-bike rende la corsa più facile e più sicura

Nei prossimi tre anni, il numero di persone che utilizzano la bicicletta per il tragitto casa-lavoro aumenterà di 1 punto percentuale

Potrebbe sembrare un incremento limitato, ma considerando la quota di partenza (1%), si capisce l’importanza del fenomeno. Nel 2022 ci saranno decine di miliardi di spostamenti in bicicletta in più, e raddoppierà il numero di ciclisti in molte grandi città del mondo, persino laddove usare la bicicletta per il tragitto casa-lavoro è ancora una prassi poco diffusa.

Anche il mercato delle e-bike sta ricevendo sempre più attenzione, soprattutto per i modelli di fascia alta, grazie ai recenti miglioramenti della batteria agli ioni di litio (LIB), più leggera e performante. Ad esempio, GM, Maserati e Volkswagen hanno già mosso i primi passi nel comparto. Tra il 2020 e il 2023, si prevede la vendita di oltre 130 milioni di e-bike, di cui due quinti con batterie LIB. Nel 2023 saranno venduti in tutto il mondo 40 milioni di e-bike, per un fatturato complessivo di circa 20 miliardi di dollari.

Entro il 2023, il numero totale di e-bike in circolazione nel mondo dovrebbe raggiungere quota 300 milioni (sia di consumatori privati, sia in modalità sharing), con un aumento del 50% rispetto ai 200 milioni del 2019. La “pedalata assistita” potrà infatti rendere di maggiore appeal anche il bikesharing, i cui veicoli, ad oggi, presentano componenti molto pesanti.

Le innovazioni tecnologiche nel settore ciclistico vanno anche oltre il supporto elettrico, grazie a strumenti e servizi ancillari che migliorano l’esperienza della corsa. Ad esempio, attraverso la registrazione e la condivisione dei tempi di percorrenza, delle informazioni sulle condizioni stradali, come cantieri o incidenti stradali, si può facilitare la pianificazione dei percorsi degli altri ciclisti. Il device che facilita maggiormente questo tipo di utilizzo è lo smartphone, le cui app possono calcolare il numero di calorie bruciate, fornire parametri relativi alla salute, o misurare la quantità di gas serra risparmiata, agendo in questo modo come ulteriore incentivo all’allenamento in bicicletta. Uno studio condotto in USA ha dimostrato che 40 minuti a settimana per un mese a bordo di una e-bike migliora il sistema cardiovascolare, le capacità aerobiche e il controllo di zuccheri nel sangue.

Ulteriori sviluppi riguardano la sfera della sicurezza, ad esempio con caschi che integrano microfoni connessi allo smartphone, utili per chiamate di emergenza automatiche in caso di incidenti.

“Alla base della crescita di questo comparto si ritrovano numerose innovazioni tecnologiche, tra le quali, l’analisi predittiva, la connessione wireless, l’elettrificazione e gli strumenti di pianificazione urbana e digitale, o la stampa di componenti in 3D. Queste, ad oggi, sono sviluppate individualmente dalle aziende e stanno rendendo il ciclismo più sicuro, più veloce, più conveniente e più facile, aumentando l’interesse verso questo strumento anche per altri ambiti di applicazione, come per le consegne dell’ultimo miglio. In determinate condizioni, le aziende che operano nella logistica possono infatti utilizzare le e-bike per rendere più efficienti i loro servizi, migliorando i tempi di consegna e riducendone i costi” afferma Andrea Laurenza.

Rilassati con un buon libro … metti le cuffie!

Entro il 2020 il mercato globale di audiolibri crescerà del 25% per raggiungere 5 miliardi di dollari di fatturato, mentre quello dei podcast aumenterà del 30% per un totale di 1,1 miliari di dollari

Sebbene se paragonate al settore radiofonico (42 miliardi di dollari) e a quello musicale (51 miliardi di dollari) possano sembrare cifre minime, l’industria globale di media e intrattenimento mostra tassi di crescita del 4%.

Ad oggi, a livello globale, gli ascoltatori di audiolibri sono più di mezzo miliardo, concentrati principalmente in USA e Cina, che insieme rappresentano il 75% del mercato. 100 milioni di dollari sono i ricavi nei quattro paesi Nordics, e 500 nel resto di Europa.

Nel 2025, il business dei podcast potrà raggiungere 3,3 miliardi di dollari, ma la monetizzazione di questo strumento appare ancora cruciale, a causa delle molteplici fonti di ricavo: advertising, sponsorship, iscrizioni, eventi, merchandising, donazioni, o attività di content marketing e, infine, contratti di podcast brandizzati. Le grandi aziende sono i principali produttori di podcast: delle 25 più grandi aziende di Fortune 500, il 68% ha pubblicato podcast sui propri siti web con molteplici finalità, da attività di marketing, a formazione interna, così come strumento di reclutamento del personale.

Audiolibri e podcast presentano inoltre un target importante di utenti: da uno studio condotto in USA e in Canada nel 2018, emerge infatti un ascoltatore giovane, lavoratore e con un elevato grado di istruzione, il quale, per contro, appare sempre più lontano dai media tradizionali.

“I mercati di audiolibri e podcast sono ancora giovani e si prospettano trend positivi a doppia cifra per i prossimi anni. Rimangono molte strade aperte: gli editori di audiolibri devono capire non solo quali titoli pubblicare, ma anche quanti e con quale frequenza a seconda del paese di riferimento. Per l’industria dei podcast rimane incerta la monetizzazione e, molto probabilmente, una qualità migliore dei contenuti prodotti potrà aiutare ad attrarre più utenti. In questo contesto, la diffusione degli smart speaker potrà fornire un supporto a entrambi i settori, grazie anche ai pacchetti mensili di streaming on-demand (SBOD). Negli Stati Uniti, 2 utenti su 3 ascoltano settimanalmente un audiolibro o un podcast tramite assistenti vocali” commenta Andrea Laurenza.

La TV “tradizionale” sorprende tutti

Negli anni 70 le antenne TV dominavano gli orizzonti delle città, e potrebbero presto tornare: si prevede che nel 2020 circa 450 milioni di famiglie guarderanno la TV “tradizionale”

Nel 2020, la TV “tradizionale”, ossia tutte le tipologie di televisione a esclusione dei cosiddetti “SVOD” (Subscription Video On Demand – Netflix, Amazon Prime, …), supporterà la crescita dell’industria televisiva globale, anche a fronte di un calo registrato dei minuti dedicati a questo media.

Le stime sono state calcolate sulla base di 83 paesi e, tra questi, Indonesia, India e Nigeria si collocano sul podio dei maggiori spettatori di TV tradizionali. L’Italia è al decimo posto, con oltre 42 milioni di utenti.

Sebbene a livello globale sia previsto un incremento dell’8% tra il 2018 e il 2024 in merito alle iscrizioni a servizi di pay-tv, il settore nel suo complesso non sta restituendo i numeri sperati: nel 2023 i ricavi dell’intero mercato televisivo globale caleranno dell’11%.

In questo scenario, la TV tradizionale potrà fornire un contributo positivo grazie agli investimenti pubblicitari, per i quali si prevedono 4 miliardi di dollari in più nel 2020, raggiungendo un fatturato di 185 miliardi di dollari nel 2021. Tra i principali driver degli investimenti pubblicitari si ritrovano le decine di milioni di spettatori che rimangono sintonizzati sul canale quando gli spot sono in onda, e le novità in ambito “addressable TV advertising”, ossia la possibilità di mostrare annunci pubblicitari personalizzati a diverse famiglie mentre guardano lo stesso programma.

Si stima che negli USA gli annunci pubblicitari personalizzabili potranno generare ricavi per circa 3,4 miliardi di dollari nel 2020, un terzo in più rispetto all’anno precedente e 4,5 volte rispetto a quanto prodotto nel 2016. Sebbene questa tipologia di investimenti pubblicitari rappresenti una quota limitata di tutto il comparto dell’advertising televisivo degli USA (70 miliardi di dollari all’anno), questi annunci consentono funzioni fino ad oggi esclusive dei canali digitali, come la customizzazione dei messaggi e la misurazione delle visualizzazioni.

“La TV non registrerà gli stessi tassi di crescita di venti anni fa, ma circa 2 miliardi di spettatori in tutto il mondo guarderanno spot pubblicitari in cambio di programmi TV gratis. Peraltro, con l’aumento degli AVOD (Advertisement Based Video On Demand – es. Youtube), prevediamo che nel 2020 centinaia di milioni di spettatori accetteranno lo stesso compromesso su queste piattaforme portando un fatturato di 32 miliardi di dollari a livello globale” commenta Andrea Laurenza. “La TV rappresenta ancora oggi un touchpoint fondamentale per creare una relazione emotiva tra brand e consumatori, e si inserisce quindi in misura importante nei piani di comunicazione integrata delle aziende” conclude Andrea Laurenza.