Come l’intelligenza artificiale rimodella il prestito d’arte

Alice Schiavetti, Francesco Magagnini -

Nel corso degli ultimi anni, il prestito d’arte è diventato un mercato fiorente. Oltre ad offrire una panoramica del fenomeno sopramenzionato, l’articolo illustra come la startup di fintech Kellify stia rimodellando il concetto di art lending, dando nuova linfa a sistemi consolidati.

Una panoramica sul fenomeno art lending

Si immagini un mondo dove l’arte non sia più una nicchia esclusiva: questo è ciò che Kellify – una startup FinTech nata nel 2017 a Genova, in Italia, sta realizzando attraverso i suoi algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, che consentono di investire facilmente in mercati non correlati o illiquidi, assicurando il rischio o chiedendo un prestito.

Quel che un tempo sembrava essere qualcosa ben oltre l’immaginabile, ossia chiedere un prestito garantito da un’opera d’arte, è divenuto realtà. Il prestito d’arte consta della possibilità per il collezionista o per il proprietario dell’opera di prendere a prestito a fronte di una garanzia rappresentata dall’opera d’arte, che funge quindi da collaterale. Ricevere un prestito sulla base del valore di un’opera d’arte e non in base al profilo finanziario del richiedente è una modalità che ren-de l’arte uno strumento aperto a chiunque possieda un asset illiquido. Invece di godere meramente di un’opera appesa a un muro o dei cimeli contenuti in una teca, si può ora ricavare profitto dalle cd passion asset.

Infatti, le attività relative al prestito d’arte hanno via via guadagnato terreno durante quest’ultimo decennio. Oggigiorno il mercato ammonta a 20 miliardi di dollari, e secondo alcune ricerche, si prevede che crescerà vertiginosamente sino a raggiungere in poco tempo un ammontare che si aggira intorno ai 100 miliardi di dollari. Il fenomeno, nato negli Stati Uniti dove hanno luogo il 90% delle transazioni e diffusosi poi in Asia, sta estendendo i propri orizzonti anche in Europa, sede della maggior parte delle opere d’arte. Tra i paesi europei, il Regno Unito costituisce il mercato più grande, il cui valore è stato stimato essere nel 2017 intorno ai 10 miliardi di dollari. Il mercato dell’art lending è popolato da pochi attori principali che collettivamente considerati costituiscono la totalità della quota di mercato. Di fatto, l’attività di art lending svolta da banche private come Goldman Sachs e Deutsche Bank, insieme a banche d’affari come JPMorgan and Citibank è valutata tra i 15 e i 17 miliardi di dollari. Di seguito, le boutique di credito (composte perlopiù da creditori asset-based compresi i family office e i fondi speculativi) come Athena Art Finance, Artemus, Fine Art, (…) valgono tra gli 800 milioni e 1,4 miliardi di dollari, mentre l’attività delle case d’asta come Sotheby’s, Heritage e Phillips è valutata tra i 1,1 e 1,6 miliardi di dollari (Tefaf, 2018). Dopo aver affrontato tempi difficili, il tradizionale mercato dell’art lending ha cambiato configurazione passando dall’essere un mercato meramente alimentato dalla passione a un mercato più strategico. L’utilizzo di passion asset come garanzie, a fronte di concessioni di prestito con la possibilità di continuare a detenere l’opera d’arte, è un qualcosa che ha ripensato totalmente il modo in cui le persone gestiscono i propri investimenti, di conseguenza permettendo di aprire il mercato a target differenti ed evitando che opere più o meno prestigiose, dai capolavori degli artisti più riconosciuti alle opere di quelli emergenti, siano lasciate in cantina a prendere polvere.

Oggigiorno i sistemi valutativi tradizionali consentono di determinare solo il 40% del valore conservativo di un’opera, fintanto che il segmento di mercato è considerato medio alto. Dal momento che l’imprevedibilità dei valori e le ne-cessarie misure di gestione del rischio implementate dai sistemi bancari stanno ostacolando l’accesso al mercato dell’arte – impedendogli di essere solo una nicchia di collezionisti, in questo momento qualcosa sta aprendo la strada verso una nuova prospettiva: l’intelligenza artificiale di Kellify.

L’intelligenza artificiale di Kellify

Kellify sta rivoluzionando l’attuale approccio alla finanza personale, permettendo di utilizzarla come garanzia per concedere a prestito oggetti da collezione di tutti i tipi e valori, con la possibilità di contare su un solido razionale derivato da algoritmi dell’intelligenza artificiale e dalle reti neurali.

Dalle auto d’epoca agli orologi ai vini pregiati, gli algoritmi di Kellify hanno il potere di mettere da parte l’idea di un valore intrinseco puro che si concentra sull’estrazione del c.d. indice di liquidità. Questo di conseguenza rende il bene facilmente negoziabile e caratterizzerà profitti elevati. Consentire a ogni utente delle banche, delle challenger banks e delle piattaforme del futuro, come Google, Amazon e Alibaba, di investire piccole somme in passion asset in maniera autonoma e consapevole: questo caratterizza l’intelligenza artificiale di Kellify, che prevede anche la liquidità nel breve termine, all’interno di un orizzonte temporale compreso tra i 18 e i 24 mesi.

Far accadere tutte queste cose aiuta anche ad avvicinarsi alle nuove generazioni: infatti Kellify cavalca l’ondata dei nuovi comportamenti in finanza, aprendosi a nuovi mercati per rispondere alle esigenze della cd «generazione X» e dei Millennials. Anche se queste generazioni sembrano essere generalmente scettiche nei confronti del denaro e degli investimenti, sono altresì molto attente al risparmio e orientate al digitale, il che rende più facile per le nuove imprese avvicinarle anche in sistemi già consolidati.

Attraverso questo approccio, Kellify sta attualmente aiutando la generazione X e i millennials ad effettuare investimenti alternativi e concedere a prestito opere d’arte. Come? Restituendo loro la giusta «dose di fiducia» nei confronti di settori tradizio-nalmente ostili come la finanza e sbloccando l’accesso delle persone agli investimenti in una grande varietà di attività o, ancora di più, facendo conoscere agli utenti il valore delle loro attività per trasformare queste risorse in una garanzia per le banche.

Il fatto che questa intelligenza artificiale colmi il divario tra due modalità di acquisto, una controllata (quantitativa) e un’altra incontrollabile (emozionale ed estetica) solleva un interrogativo: come si può valutare le caratteristiche estetiche che possono influire sul potenziale indice di liquidità (o di rivendibilità) di un’opera? Cosa si cela dietro questo potente strumento?

Il processo dell’intelligenza artificiale si basa sui metodi dell’apprendimento ap-profondito e dell’apprendimento automatico. In particolare, due reti neurali lavorano insieme e si confrontano: mentre la prima registra i trend di mercato sulla base dei dati storici, la seconda offre nuove opere per trovare quelle che possono essere riconosciute dalla prima come facilmente negoziabili. I nostri GAN (generative adversarial networks) sono ben addestrati a classificare molti tipi di opere e mercati, sia in termini di range di prezzo sia in termini geografici, per soddisfare meglio i gusti che rendono difficile l’approccio al mercato dell’arte.

Mentre l’apprendimento approfondito estrae dalle foto di alta qualità delle opere d’arte il loro certificato digitale di identità, che contiene quelle peculiari caratteristiche che non possono essere osservate dall’occhio umano, due reti neurali comparano il certificato con i comportamenti d’acquisto per valutare il grado di rivendibilità dell’opera.

Così, l’analisi della componente qualitativa è combinata con l’analisi quantitativa, sempre mediante l’uso degli strumenti dell’intelligenza artificiale per produrre motori di raccomandazione capaci di suggerire quali delle opere in asta garantiscano un ritorno nel breve e nel medio periodo.

I suggerimenti di Kellify non si focalizzano solo sulle opere d’arte ma riguarda-no anche tutte quelle aree in cui il meccanismo emotivo alla base dell’acquisto è simile; ad esempio, vini pregiati e macchine d’epoca. La natura sistematica e intrinseca dell’intelligenza artificiale consente una valutazione di successo effettuata con lo stesso grado di accuratezza sia che si tratti di Audemars Piguet sia che si tratti di un artista emergente, cimeli sportivi o pezzi vintage, permettendo una crescita esponenziale degli utenti che possono prendere a prestito fino al 70% del valore dell’opera a tassi più vantaggiosi.

Una nuova app per comparare prestiti

Dato che i prestiti d’arte presentano molte difficoltà, come stabilire l’esatta fascia di prezzo, Kellify mira a sviluppare un nuovo modello di business che renderà il prestito d’arte accessibile sia a più creditori che a più debitori. Un’app per il confronto di prestiti, inoltre, consente di richiedere un prestito senza necessariamente possedere un’opera di primo livello, né azioni societarie né retribuzioni, basandosi la loro concessione sul valore di diversi tipi di oggetti da collezione, come i gioielli, i vini pregiati, le auto d’epoca e molti altri.

Passando dal prestito d’arte al prestito in senso lato, il mercato si apre anche ad altri target, come i Millennials e la generazione X. Anche se la maggior parte di loro sembrano essere scettici nei confronti della gestione finanziaria (il 63% di loro affermano di essere preoccupati per il loro futuro finanziario) c’è ancora un barlume di speranza che i giovani possano prendere parte al mondo degli investimenti e della finanza più di quanto possiamo pensare. Il 30% e il 31% dei Millennials e della generazione X, per esempio, si sono già aperti a questa realtà (Accenture, 2017). Per di più, secondo le ricerche di CB (2019) i futuri investitori del millennio deterranno 5 volte più ricchezza tra dieci anni, il che rende ancora più interessante il loro targeting dal punto di vista commerciale.

In particolare, l’app funziona così: scaricando un’immagine dell’opera d’arte, vengono fornite la liquidità e la fascia di prezzo esatte; dopo di che, gli utenti possono scegliere la loro migliore opzione di prestito tra una moltitudine di offerte, selezionando quella che meglio risponde alle proprie necessità. Una volta conclusa l’operazione, la start-up addebita al creditore la commissione di transazione.

Grazie a questo metodo, Kellify sta dimostrando che il prestito d’arte può estendersi dalla tradizionale nicchia dei grandi collezionisti a un più ampio e prospero target, composto di individui che sono interessati a fiorenti attività tipicamente illiquide: così uno studente MBA potrebbe voler rifinanziare il suo prestito studentesco rendendo liquida la sua passion asset, o una donna di mezza età potrebbe beneficiare dell’esatta valutazione della sua collezione da parte di una banca, qualcosa che i tradizionali prestatori d’arte non avevano preso in considerazione in precedenza. Il passaggio dalla «sola» arte a un mercato dei prestiti «rinnovato» per superarne i confini e infine per aprirlo a nuovi asset e demografie, è quindi più vicino che mai.