Invesco – commento sul coronavirus

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Il coronavirus si sta diffondendo, ma la cura potrebbe essere peggiore della malattia? Guardiamo le ragioni per cui si tende a sopravvalutare i rischi di tali eventi ed esaminiamo le possibili conseguenze economiche e finanziarie del mercato. In Cina vi sono stati circa 500 morti per il Coronavirus, in poco più di un mese. Perché ci facciamo prendere dal panico, quando nello stesso periodo è probabile che la Cina abbia visto circa 21mila morti per incidenti stradali (112mila in tutto il mondo) e 7-15mila morti per influenza stagionale (40mila in tutto il mondo)? La risposta sembra avere qualcosa a che fare con il terrore e la mancanza di familiarità con questi temi.

Si calcola che l’Ebola abbia fatto calare il Pil dei paesi colpiti di circa il 10% e la Banca Mondiale stima che una pandemia della portata dell’influenza spagnola potrebbe ridurre il Pil globale del 5%. Non riteniamo che il coronavirus rientri in questa categoria e sospettiamo che entro la fine dell’anno sarà difficile identificarne l’impatto economico globale.

Finché il numero giornaliero di casi e di decessi continuerà ad aumentare (e a diffondersi geograficamente), crediamo che vi sarà spazio per un ulteriore panico sui mercati finanziari.

Avevamo cominciato l’anno nella convinzione che i mercati azionari fossero tirati e avessero bisogno di una fase di consolidamento. È significativo notare come il coronavirus sia stato il pretesto per questo consolidamento e pensiamo che la situazione attuale potrebbe spingere ulteriormente i mercati verso il basso. Tuttavia, e a meno di non fare errori grossolani, crediamo che l’impatto economico di questo virus sarà di breve durata e appena percepibile entro la fine dell’anno. Intendiamo pertanto utilizzare qualsiasi futura debolezza del mercato per incrementare la nostra allocazione azionaria, dove siamo attualmente sottopesati.

Ci aspettiamo i maggiori rimbalzi nelle attività che hanno sofferto di più nelle ultime settimane, soprattutto i mercati emergenti.

E ricordiamoci, come disse un presidente americano di un’altra epoca, che l’unica cosa di cui avere paura è la paura stessa.