Buone notizie: la Cina riparte

-

Con la stabilizzazione dell’epidemia di coronavirus in Cina, le fabbriche e le aziende si stanno riprendendo dopo la chiusura durata settimane. La velocità e la piena ripresa dell’attività in Cina avrà enormi implicazioni per uno dei principali motori della crescita economica mondiale.

È una cosa strana a cui dare il bentornato, ma il traffico e gli ingorghi stradali sono riapparsi nella seconda economia più grande del mondo, e le fabbriche hanno ricominciato a lavorare. I dati sull’attività ad alta frequenza, dal consumo di carbone alle vendite a domicilio, indicano un graduale ritorno alle normali attività industriali e commerciali in tutta la Cina.

Le severe misure di controllo attuate a febbraio hanno bloccato molte delle più grandi città cinesi e hanno portato a un crollo improvviso dell’attività e della domanda. Ma l’azione sembra aver funzionato. Secondo l’ultima rilevazione trimestrale dell’indicatore di sentiment di Fidelity, la Cina oggi sembra trovarsi in una posizione migliore per riprendersi dalla crisi economica causata dalla pandemia globale, rispetto a molti paesi occidentali che stanno iniziando ora ad affrontare il problema. Secondo l’indagine, l’85% degli analisti cinesi di Fidelity si aspetta che il problema del virus si attenui prima del secondo semestre, rispetto a una media di soli il 48% di tutti gli analisti a livello globale. Anche gli utili delle aziende cinesi sono considerati tra i meno danneggiati dall’epidemia.

I mercati si stanno posizionando per il rimbalzo. I titoli della Cina continentale hanno ampiamente superato i peer globali questo mese; l’indice composito di Shanghai è salito dell’1,5% da fine febbraio al 12 marzo, mentre l’S&P500 è sceso del 16 percento nello stesso periodo.

Una svolta

Gli investitori sembrano essere stati rassicurati dalla risposta della politica cinese alle perturbazioni economiche causate dall’epidemia del mese scorso. Il Consiglio di Stato ha pubblicato questa settimana una richiesta di ulteriori tagli al coefficiente di riserva obbligatoria per le banche, in quanto le autorità cercano di aumentare ulteriormente la liquidità per attutire l’impatto del virus. I governi provinciali hanno annunciato progetti infrastrutturali per oltre 3.000 miliardi di renminbi (430 miliardi di dollari) in nuove spese per quest’anno.

Una visita del presidente Xi Jinping il 10 marzo a Wuhan, la città più duramente colpita dall’epidemia, aveva lo scopo di dimostrare la svolta nella battaglia della Cina contro l’epidemia. A differenza dei numeri che si vedono in molti Paesi occidentali, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, in Cina i nuovi casi di coronavirus registrati giornalmente si stanno ormai riducendo al minimo. Il Paese ha registrato quindici nuovi casi l’11 marzo e otto il 12 marzo, in calo rispetto alle centinaia o migliaia di casi registrati ogni giorno nel mese di febbraio.

Un bilancio dell’inversione di tendenza

Altri dati attestano il recupero a oggi, ma anche quanto terreno rimanga ancora da recuperare. Il consumo di carbone del Paese ha superato le 500.000 tonnellate al giorno, da meno di 400.000 tonnellate al giorno registrate per gran parte del mese di febbraio. Sebbene il consumo sia ancora circa il 20 per cento al di sotto dei livelli di marzo degli anni precedenti, nelle ultime settimane si è formata una chiara tendenza al rialzo.

I trasporti e la logistica si sono notevolmente ripresi in tutta la Cina con la riapertura di aziende e fabbriche e il ritorno al lavoro delle persone. Negli ultimi giorni, la congestione del traffico a Shanghai e Guangzhou, due delle più grandi città cinesi, ha addirittura superato i livelli di marzo 2018, anche se le strade sono ancora meno affollate rispetto a un anno fa. Alcuni degli ingorghi potrebbero essere causati da persone che evitano i treni della metropolitana per cercare di ridurre al minimo i rischi di infezione ancora presenti. Il flusso complessivo di passeggeri della metropolitana in otto grandi città è sceso di circa l’80% rispetto a un anno fa.

Le vendite di immobili, che hanno subito un duro colpo all’inizio dell’epidemia, hanno registrato una ripresa nelle città di tutti i livelli da metà febbraio, recuperando a più della metà dei livelli normali prima del Capodanno cinese. I consumi privati, tuttavia, rimangono deboli e ben al di sotto dei livelli precedenti l’epidemia. I cinefili, ad esempio, continuano a rimanere a casa, mentre la vendita al dettaglio e le vendite di auto sono migliorate solo leggermente nelle ultime settimane.

Le precauzioni rimangono

Nonostante il forte calo di nuovi casi, nelle grandi città cinesi restano in vigore rigorose misure sanitarie per impedire il ritorno del virus. La temperatura corporea viene controllata agli ingressi degli edifici, mentre gli ascensori e le altre aree pubbliche vengono regolarmente disinfettati. Le scuole rimangono chiuse e molti ristoranti sono ancora chiusi. La maggior parte delle persone indossano mascherine ogni volta che escono.

Nonostante il senso di crisi sia diminuito, gli analisti di Fidelity basati nel continente evidenziano come la vita quotidiana non sembra essere tornata alla totale normalità e ci si aspetta, pertanto, che il comportamento dei consumatori rimarrà debole ancora per un certo periodo di tempo.

Man mano che il virus si diffonde in tutto il mondo, le preoccupazioni della Cina si stanno spostando verso il rischio di casi importati dall’estero. Anche se l’attività comincia a normalizzarsi, rimane un compito arduo per la Cina raggiungere il suo obiettivo di crescita del PIL quest’anno. Le sfide delle interruzioni della domanda interna saranno probabilmente aggravate dal previsto crollo della domanda estera di beni cinesi causato dalla natura sempre più globale della pandemia. Non è ancora un ritorno alla normalità. Ma la Cina sembra in ripresa, mentre le altre principali economie non hanno ancora visto il peggio.