Come comportarsi durante i periodi di ribasso dei mercati

Capital Group -

Non saremmo umani se non temessimo le perdite.

Lo psicologo Premio Nobel Daniel Kahneman lo ha spiegato con la sua teoria dell’avversione alle perdite, dimostrando che le persone soffrono per le perdite finanziarie più di quanto godano per i guadagni. L’istinto naturale è scappare dal mercato quando comincia a perdere quota, così come l’avidità spinge e persone a rientrarvi non appena le azioni raggiungono quotazioni astronomiche. Sono due comportamenti istintivi che possono avere effetti negativi.

Gli investimenti intelligenti, tuttavia, sono in grado di superare i limiti dell’emotività mettendo al centro la ricerca, la solidità dei dati e le strategie comprovate. Ecco sei principi che possono aiutarci a non farci prendere dall’emotività durante le fasi di instabilità dei mercati.

1. Le flessioni di mercato sono parte del processo di investimento

Le azioni hanno guadagnato quota per buona parte dello scorso decennio, ma la storia ci insegna che i ribassi sono una parte inevitabile degli investimenti. La buona notizia è che le correzioni (definite come flessioni pari o superiori al 10%), i mercati ribassisti (declini prolungati del 20% o più) e altre fasi d’instabilità non durano all’infinito.

In media, lo Standard & Poor’s 500 Composite ha perso almeno il 10% all’incirca una volta l’anno e il 20% o più ogni quattro anni, stando ai dati disponibili dal 1950 al 2019. Benché i risultati passati non siano indicativi di quelli futuri, ogni flessione è stata seguita da una ripresa e da un nuovo picco di mercato.

2. Nei mercati finanziari conta il tempo, non il market-timing

Le correzioni di mercato non sono infrequenti e non devono spaventare. Tuttavia, quando gli investitori vedono diminuire il valore dei loro investimenti, la loro avversione alle perdite potrebbe spingerli a vendere. E dopo aver venduto, rimangono alla larga dal mercato.

Ma questo atteggiamento ha un costo elevato per gli investitori, in quanto coloro che rimangono ai margini rischiano di essere tagliati fuori dalle fasi di forte apprezzamento che si verificano dopo le flessioni. Basta qualche giorno di astinenza dalle negoziazioni per accusare un colpo non da poco. Un ipotetico investimento di 1.000 dollari USA nell’MSCI ACWI effettuato nel 2010 avrebbe reso 2.060 dollari entro la fine del 2019. Ma se un investitore si è perso i 30 giorni di negoziazione migliori del periodo, chiuderà l’anno con fino al 99% in meno.

3. Gli investimenti emotivi possono essere pericolosi

Kahnman ha vinto il Premio Nobel nel 2002 per il lavoro svolto nel campo dell’economia comportamentale, che indaga il modo in cui le persone prendono decisioni finanziarie. Una delle conclusioni chiave degli economisti comportamentali è che spesso le persone agiscono in maniera irrazionale.

Le reazioni emotive agli eventi di mercato sono assolutamente normali. Gli investitori non possono che provare nervosismo dinanzi a una flessione delle borse, ma sono proprio le azioni intraprese durante queste fasi che fanno la differenza tra il successo e il fallimento degli investimenti.

Uno dei modi per promuovere un processo decisionale razionale nel campo degli investimenti è comprendere i fondamenti della finanza comportamentale. Riconoscere dinamiche come l’ancoraggio, il bias di conferma e il bias di disponibilità può aiutare gli investitori a individuare le trappole dell’emotività evitando di caderci.

4. Predisporre un piano e rispettarlo

Creare e attenersi a un piano d’investimento attentamente studiato è un altro modo per evitare di prendere decisioni d’investimento poco avvedute, specie quando i mercati si muovono al ribasso. Il piano deve tenere conto di diversi fattori, tra cui la tolleranza al rischio e gli obiettivi di breve e lungo termine.

Uno dei modi per evitare l’inutile sforzo di prevedere l’andamento del mercato è il metodo del “dollar cost averaging”, ossia l’investimento di un importo fisso a intervalli regolari indipendentemente dai rialzi e ribassi dei mercati. Questo approccio crea una strategia nella quale vengono comprate più azioni a prezzi inferiori e meno azioni a prezzi superiori. Nel tempo gli investitori pagano un importo mediamente più basso per ogni azione. Gli investimenti regolari non garantiscono un profitto, né proteggono dalle perdite. Gli investitori devono considerare la loro propensione a rimanere investiti durante le fasi di ribasso dei prezzi.

I piani pensionistici, nei quali gli investitori versano contributi automatici ad ogni stipendio, sono un ottimo esempio della media del costo del dollaro.

5. Il potere della diversificazione

Un portafoglio diversificato non garantisce guadagni né assicura che gli investimenti non diminuiranno in valore, ma riduce il rischio. Distribuendo gli investimenti su più classi di attivi, gli investitori possono abbassare gli effetti di forti oscillazioni nei loro portafogli. I rendimenti complessivi non toccheranno gli apici dei singoli investimenti, ma neanche gli abissi più profondi.

La diversificazione può contribuire a ridurre la volatilità per gli investitori interessati ad evitare lo stress causato dalle fasi ribassiste.

6. I mercati tendono a premiare chi investe nel lungo termine

È ragionevole aspettarsi rendimenti del 30% tutti gli anni? Ovviamente no. Parimenti, se nelle ultime settimane le azioni si sono mosse al ribasso ciò non vuol dire che si tratta dell’inizio di un trend di lungo termine. La finanza comportamentale ci insegna che gli eventi più recenti influenzano in maniera sproporzionata le nostre percezioni e decisioni.

È importante mantenere sempre una visione di lungo termine, soprattutto quando i mercati sono in fase calante. Anche se le azioni salgono e scendono nel breve termine, i listini tendono a premiare gli investitori lungo archi temporali più estesi. Includendo i ribassi, il rendimento medio annuo dell’S&P 500 lungo tutti i periodi di 10 anni dal 1937 al 2019 è stato del 10,47%.

È naturale che l’emotività si faccia sentire durante le ondate di volatilità. Gli investitori che riescono a silenziare i rumori di sottofondo e a concentrarsi sugli obiettivi di lungo termine hanno maggiori chance di elaborare una strategia d’investimento accorta.