Coronavirus, come reagire agli shock di domanda globali

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Nonostante le estreme misure di contenimento adottate in Cina dalla fine di gennaio, i significativi cluster di contagio emersi nelle ultime settimane suggeriscono che gli sforzi di Pechino e le azioni intraprese dai governi globali non sono state sufficienti a contenere l’infezione.

L’aumento del numero di cluster geografici e la prolungata interruzione dei viaggi aerei rappresentano una significativa minaccia per le supply chain globali e per l’attività economica che non è ancora stata prezzata dai mercati finanziari.

Sebbene avessimo previsto che gli Stati Uniti e i policymaker globali avessero a disposizione sufficienti strumenti per mitigare l’impatto di una temporanea pandemia localizzata in Cina, un’epidemia globale più prolungata metter alla prova gli strumenti politici e la volontà dei governi di tutto il mondo.

In effetti, la Federal Reserve, pur mantenendo probabilmente una politica monetaria accomodante come le altre banche centrali occidentali, potrebbe rimanere in disparte fino a quando lo shock di domanda proveniente dalla Cina non si sposterà verso le coste americane.

Attualmente, nonostante il calo dei mercati da metà febbraio, le condizioni finanziarie degli Stati Uniti e dell’area Euro non sono ancora paragonabili a quel contesto di irrigidimento che portò a tagli dei tassi e all’espansione dei bilanci alla fine del 2019. Analogamente, mentre gli spread creditizi statunitensi si sono ampliati dopo il loro restringimento di fine 2019, sono rimasti al di sotto di quei livelli che hanno contribuito a stimolare i tagli dei tassi di luglio e ottobre 2019.

Alla luce del perdurante periodo di incertezza macroeconomico globale, negli ultimi 18 mesi abbiamo costruito un portafoglio sostanzialmente “risk-off”, gestito attivamente, per ammortizzare i rendimenti durante questo periodo di ribassi che tende a generare qualche timore.

Nell’ambito della nostra allocation risk-off, continuiamo a guardare con interesse ai Treasury Usa a lunga scadenza. Con la prospettiva di uno shock della domanda dovuto al virus e/o di un potenziale aumento delle tasse in caso di vittoria di Bernie Sanders alle presidenziali 2020, vediamo il rischio di un ulteriore calo a <1% sui titoli del tesoro USA a 10 anni, beneficiari a fronte di tali shock della domanda.

Anche le valute rifugio dovrebbero essere una parte fondamentale in un’asset allocation risk-off. In particolare, riteniamo che le posizioni in franchi svizzeri rispetto all’euro e in misura minore, rispetto al dollaro continuino a essere interessanti.

Sebbene continuiamo a credere che l’oro mantenga il suo valore a lungo termine di bene rifugio, il posizionamento unilaterale combinato con posizioni sottostanti a leva, suggerisce che come minimo la volatilità a breve termine potrebbe verificarsi prima che si possa realizzare un rialzo più significativo.  Di conseguenza, l’esposizione all’oro potrebbe non offrire la stessa protezione risk-off nel breve termine. Invece, l’esplorazione di strategie con un’opzione in oro potrebbe offrire un’esposizione asimmetrica più adeguata nelle prossime settimane.

È ragionevole avere dubbi in merito alla politica monetaria della Federal Reserve o dalle altre Banche Centrali. Ciò è particolarmente vero dato il rischio di shock multipli della domanda.

Per controbilanciare questi aspetti, miriamo ad associare il nostro portafoglio “risk off” a una più ampia esposizione a risky asset, potenzialmente in grado di ammortizzare i ribassi, come osservato recentemente. Inoltre consentono agli investitori di mantenere posizioni su asset più rischiosi come le azioni, che offrono dei driver di rendimento in fasi di normalità, come si è visto per esempio alla fine del 2018.

In effetti, con il picco di volatilità degli ultimi giorni, le soluzioni azionarie strutturate asimmetriche dovrebbero contribuire ad ammortizzare i rischi al ribasso econsentono di cogliere recuperi anche temporanei, come si è visto all’inizio di febbraio. Inoltre, con gli spread degli high yield USA che si mantengono al di sotto dei livelli osservati quando la Fed stava tagliando i tassi e riprendendo un’espansione del bilancio a fine del 2019, un modesto ampliamento degli spread potrebbe offrire nuove opportunità in questa asset class, come si è visto a fine gennaio, in previsione della ripresa di una politica monetaria accomodante della FED