Crollo del Petrolio, cause e conseguenze

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Il calo del prezzo del petrolio a cui stiamo assistendo riflette alcune preoccupazioni “a breve termine” per lo stoccaggio. La riduzione della produzione di petrolio è già stata concordata, ma non sarà sufficiente a maggio/giugno, a causa della caduta libera della domanda e del forte aumento delle scorte.

Un recente sondaggio della Federal Reserve di Dallas ha rilevato che, in Texas, New Mexico e Louisiana, i prezzi del WTI devono essere in media tra i 23 e i 36 dollari al barile per coprire i costi operativi dei pozzi esistenti. Alcuni produttori sono riusciti a coprire in parte le vendite della loro produzione sui mercati dei futures, ma i prezzi del petrolio attualmente bassi porteranno probabilmente a svalutazioni di asset e fallimenti.

Questo scenario convalida la strategia saudita. Il crollo dei prezzi eliminerà infatti dal mercato molti produttori statunitensi, costringendo gli Stati Uniti a contribuire all’adeguamento al ribasso della produzione mondiale.

A nostro avviso, per poter assistere ad un rimbalzo dei prezzi del petrolio, abbiamo bisogno nell’immediato di un aumento dei tagli della produzione a partire dal 1° maggio e di un miglioramento delle prospettive di aumento della domanda che dovrebbe seguire l’allentamento dei lockdown nei diversi paesi.

Secondo le nostre stime, questa situazione colpirà sia i titoli azionari, soprattutto del settore energetico, sia il mercato obbligazionario toccando in particolare il segmento dell’High Yiled USA. Infine, prevediamo un impatto sull’inflazione e sui tassi.