Focalizzarsi sui Paesi che stanno rispondendo meglio alle conseguenze economiche del Coronavirus

-

Tutti i Paesi si trovano ad affrontare la stessa crisi sanitaria, ma non tutti rispondono nella stessa misura. I mercati finanziari nelle prime settimane si sono tutti mossi nella stessa direzione, ma ora iniziano a mostrare segnali divergenti.

Asia (a cura di Julien Faure)

La Cina è tornata a livelli di attività quasi normali, anche nella provincia di Hubei, dove il 70% dei ristoranti è aperto rispetto al 90% del resto del paese, mentre la situazione rimane tesa in Indonesia e in India dove rimangono in vigore le misure di contenimento e la maggior parte delle attività è chiusa. In India, dove la produzione industriale è ripartita lunedì, il mancato rispetto del contenimento può essere punito con il carcere!

Gli stimoli fiscali e monetari sono estremamente importanti in tutti i Paesi: con la possibile eccezione della Corea del Sud, superano ampiamente il 3% del Pil.

In Giappone sono state introdotte molte misure, come l’aumento dei rimborsi degli ETF da parte della banca centrale, che sono più che raddoppiati e che ora superano il miliardo di dollari al giorno. All’inizio di aprile il governo ha annunciato i dettagli del suo piano di sovvenzioni salariali che, da aprile a giugno, coprirà l’80% dei salari delle aziende colpite dalla crisi. Inoltre, il governo ha annunciato che invierà un assegno di 850 euro a tutti i giapponesi senza eccezioni, destinandovi 100 mld di € ossia quasi il 3% del PIL.

In India, i sussidi salariali sono di difficile applicazione poiché il 40% dei lavoratori opera nell’economia sommersa e dunque non ha un contratto di lavoro. La banca centrale ha favorito grandi iniezioni di liquidità direttamente ai più poveri, per l’equivalente di 30 miliardi di dollari, iniettando inoltre 40 miliardi di dollari nel mercato del credito, di cui 15 in prestiti alle PMI.

La Cina ha introdotto molte misure. 182 miliardi di dollari in prestiti alle amministrazioni locali, quasi tutti utilizzati, varie riduzioni dell’IVA e degli oneri sociali. Esistono anche programmi locali specifici per ogni provincia, ad esempio per sovvenzionare le case automobilistiche.

Quali riflessi sullo stock picking?

I titoli giapponesi di minori dimensioni presenti nei nostri portafogli hanno dimostrato una buona tenuta, grazie in particolare alle loro forti quote di mercato, a bilanci solidi e alla capacità di continuare a lavorare con i clienti. Si tratta di un Paese in cui troviamo sempre opportunità interessanti.

Oggi, sull’Asia ex-Giappone, il Price to Book è ai minimi da 10 anni, a 1,3 x. Abbiamo trovato delle opportunità soprattutto in paesi come l’India e l’Indonesia, che da inizio anno hanno visto ridursi i loro indici del 25% circa, oltre a registrare un deprezzamento della loro valuta, perciò abbiamo approfittato della crisi per acquistare società di qualità elevata.

Europa (a cura di Raphael Moreau)

Rileviamo differenze significative tra i paesi europei per quanto riguarda le misure sanitarie attuate: quasi tutti hanno optato per una strategia di contenimento, ma i punti di ingresso sono leggermente diversi – con tutti gli impatti che ne conseguono sul piano economico – e diverse sono anche le strategie di uscita che cominciano a delinearsi. La Danimarca, per esempio, ha già riaperto le sue scuole.

La Germania si è sicuramente dimostrata la migliore della classe in Europa. È stata la più preparata, anche se questo ha evitato misure di contenimento che rimuoverà il 3 maggio, una settimana prima della Francia, registrando un numero di decessi 5 volte più basso che a Parigi.

Ci sono diverse ragioni alla base di questi risultati. Prima di tutto, l’industria medica tedesca che ha significato avere a disposizione attrezzature, competenze e, di conseguenza, una preparazione e un’autonomia superiore rispetto ai paesi vicini. Infatti, la Germania è di gran lunga il Paese che esegue il maggior numero di test sui casi sospetti, perché dispone dei macchinari per farlo: dei 900 macchinari disponibili in tutto il mondo per effettuare test su larga scala, la Germania ne ha circa 100. La Francia ne ha 12. Anche gli ospedali sono molto meglio attrezzati della media, con 34 ventilatori ogni 100.000 abitanti ossia il triplo rispetto alla Francia, all’Italia o alla Corea. Non va dimenticato che il leader mondiale delle macchine per la ventilazione, Draegerwerk, è tedesco.

In sintesi, il tessuto industriale le conferisce un grande vantaggio nella lotta contro l’epidemia, mentre la maggior parte dei paesi europei dipende dalle importazioni sia di macchinari che di materiali di consumo.

Stati Uniti (a cura di Etienne Guichard)

Nel Paese si contano quasi il 30% dei casi mondiali e meno del 25% dei decessi. Le situazioni sono disomogenee. Si registrano 2.000 casi per milione di abitanti, un dato che si colloca a cavallo fra quello francese (1.600 casi) e quello spagnolo (4.000 casi), ma con un picco di 15.000 casi a New York. La California, invece, che è intervenuta con tempestività, ne ha registrati 650. Mentre l’amministrazione americana pare combattuta fra la razionalità imposta dalla scienza e il desiderio di rimettere in modo il paese.

Tra le misure annunciate nel piano di sostegno fiscale di 2.000 miliardi di dollari, ha trovato conferma una tranche di aiuti per 25 miliardi di dollari destinati alle compagnie aeree. Un’altra misura riguarda il piano di sostegno di 350 miliardi per le PMI. Il fatto che sia già interamente utilizzato rappresenta una buona notizia perché significa che questi programmi trovano concreta attuazione. La cattiva notizia è che non sarà sufficiente e i deputati sono già al lavoro su un programma aggiuntivo.

La disoccupazione sta esplodendo e gli oltre 5 milioni di nuovi senza lavoro aggiuntisi la scorsa settimana hanno fatto lievitare il totale a 22 milioni di disoccupati. Questo dato annulla del tutto il numero di nuovi posti di lavoro creati dopo la crisi finanziaria.

I cittadini statunitensi possono contare ora su un’indennità settimanale che è stata innalzata a 600 dollari, per 4 mesi, in aggiunta al sussidio di base versato dagli Stati e su un assegno una tantum di 1.200 dollari a persona.

Sembrano buoni ammortizzatori per le classi più modeste, ma i consumi delle famiglie restano il principale motore dell’economia. A questo proposito, JP Morgan ha accantonato più di 8 miliardi di dollari a titolo di riserva per crediti in sofferenza, principalmente costituiti da prestiti su carte di credito.

Per quanto riguarda i nostri investimenti nel Paese, da diversi trimestri preferiamo il trinomio “small/value/Asia” a quello costituito da “large/growth/Stati Uniti”. La situazione attuale non cambia questo scenario. Il calo è stato estremamente violento, ma altrettanto vigoroso è stato il rimbalzo. Il NASDAQ è ormai prossimo al riallineamento con i valori di inizio anno.

Mercato obbligazionario (a cura di Jacques Sudre)

L’annuncio Fed dell’acquisto di obbligazioni high yield alimenta una sensibile crescita di questo segmento obbligazionario, negli Stati Uniti ma anche in Europa. I margini di credito sul segmento high yield liquido hanno sfiorato i 700 pb intorno al 20 marzo, per ridiscendere a 464 pb dopo l’annuncio, e attualmente si posizionano a 485 pb (media di lungo periodo). Rileviamo inoltre una fortissima dispersione nell’andamento del credito.

Altra conseguenza è la moltiplicazione dei Fallen Angels, cioè delle società che perdono il loro rating Investment Grade e le cui obbligazioni devono essere assorbite dai mercati dell’high yield. Siamo in fase di ricerca poiché si stima che questo mercato valga oltre 100 miliardi di dollari. Un esempio: Ford in euro a 4-5 anni rendeva meno del 2% ante-crisi, a più di 10 anni dalla sua uscita dagli indici, il 4,4% dopo l’annuncio della Fed e il 6% circa oggi.

Da notare la riapertura del mercato primario High Yield attraverso diverse emissioni negli Stati Uniti ma anche una in Europa, con il fornitore di allarmi e sorveglianza remota Verisure.

Di fronte a questa fase storica di creazione di nuova moneta, sarebbe imprudente non affrontare il tema dell’inflazione. Le obbligazioni indicizzate all’inflazione in euro presentano il grande svantaggio di comportare un interesse negativo a carico del detentore, al pari delle loro omologhe non indicizzate. Inoltre, sono titoli indicizzati di un paese o di un’area (euro) la cui inflazione potrebbe manifestarsi con tempi incerti, data la crisi incombente. Di conseguenza, per proteggersi da un possibile “svilimento” monetario dovuto all’esplosione del debito pubblico finanziato dalla creazione di moneta, l’oro sembra un’opzione interessante. Non è possibile detenerlo in fondi aperti, ma le azioni aurifere si allineano con un certo ritardo alle quotazioni dell’oro fisico.