Covid-19, 5 cose da sapere sulle banche nell’attuale crisi

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Le banche hanno la capacità di far funzionare o di bloccare le economie, in quanto forniscono alle aziende i finanziamenti necessari al loro funzionamento. Sebbene la crisi finanziaria globale di 12 anni fa abbia reso gli investitori in un certo senso diffidenti nei confronti delle banche, permettere alle lezioni del passato di impattare sulle decisioni di investimento di oggi potrebbe essere un passo falso. Se c’è una cosa che possiamo prendere a prestito dai lunghi disclaimer utilizzati nel mondo degli investimenti, è che “le performance passate non dovrebbero essere utilizzate come guida per i rendimenti futuri”. Nel caso delle banche, riteniamo che questa frase non potrebbe essere più vera.

Abbiamo quindi stilato un elenco dei cinque elementi da conoscere sulle banche, sull’attuale crisi e su dove stiamo vedendo opportunità al momento.

  1. A differenza della crisi finanziaria globale del 2008, le banche non sono la causa dell’attuale crisi economica, né ne rappresentano l’epicentro. La crisi odierna è in primo luogo sanitaria e solo in seconda istanza finanziaria. Nessuna persona, azienda, governo o Paese può essere incolpata per aver dato il via a questa crisi ed è necessario che le società lavorino insieme per cercare di risolverla.
  2. Le banche sono parte della soluzione. Le banche commerciali sono state chiamate in causa dalle rispettive banche centrali e dai governi perché mettano in atto misure immediate per la gestione della crisi e piani di ripresa economica di più lungo termine. Le banche centrali hanno risposto alla crisi con ondate di misure volte ad assicurare la liquidità sui mercati e il funzionamento del sistema bancario. Viene chiesto alle banche di continuare a erogare prestiti per mantenere l’economia in vita, con schemi di garanzia dei prestiti sostenuti dallo Stato che contribuiscono a preservare i coefficienti patrimoniali delle banche e a ridurre significativamente il livello di rischio di questi prestiti.
  3. Le banche hanno un ruolo chiave nel meccanismo di trasmissione dei capitali, fornendo l’80% del credito alle economie europee. Esse sono infatti i principali erogatori di prestiti alle aziende, che permetteranno alle società di sopravvivere durante la fase di lockdown e di alimentare la crescita e lo sviluppo nella fase di riapertura. Siamo sempre più convinti che le autorità siano consapevoli del fatto che, per far sì che le banche continuino a erogare prestiti evitando un “credit crunch”, sia fondamentale che le perdite economiche vengano assorbite dalle istituzioni. A nostro avviso, se ciò non dovesse succedere, le banche non avrebbero altre opzioni se non di chiudere i battenti per cercare di sopravvivere. Ecco perché le garanzie pubbliche sui prestiti legati al Covid-19 sono fondamentali.
  4. I buffer di liquidità delle banche all’inizio dell’attuale crisi erano 2-3 volte maggiori rispetto all’inizio della crisi del 2008. Attraverso i pilastri di Basilea III le banche sono diventate molto più sicure negli ultimi 10 anni e il passaggio a Basilea IV dovrebbe diventare più chiaro nei prossimi anni. Quando la crisi legata alla pandemia si sarà conclusa, i buffer di liquidità che le banche dovranno detenere dovrebbe aumentare ulteriormente e la gestione dei rischi dovrebbe continuare a migliorare.
  5. L’ondata di perdite che sarà inevitabilmente generata dalla crisi verrà assorbita in base al principio di competenza. Ciò significa che le perdite verranno riconosciute in modo molto più graduale, via via che si sviluppano, e non sulla base delle fluttuazioni nei mercati finanziari. Ciò dovrebbe permettere alle autorità di proteggere i bilanci delle banche, percorso già intrapreso con i meccanismi di garanzia sui prestiti.

Conclusioni

La solidità delle banche europee all’inizio di questa crisi e le loro valutazioni attuali indicano che il settore probabilmente uscirà rafforzato da questa fase di shock. L’ovvio rischio legato a questa view è che il momento di picco dei contagi e i relativi impatti durino molto più a lungo di quanto ci si aspetti, che gli effetti sull’economia saranno più ampi del previsto, creando un circolo vizioso che porti a una recessione profonda, in cui nessun asset di rischio sarà immune. Tuttavia, siamo sempre più convinti che le autorità stiano fornendo tutto il supporto necessario alle banche e che i loro buffer di capitale siano abbastanza solidi per resistere a quella che riteniamo sarà una brusca contrazione, seguita da una ripresa lenta nel corso dei prossimi 2-3 anni.