Investimenti sostenibili: il peso del virus sul settore farmaceutico

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Il Covid-19 non ha portato al blocco totale dell’industria farmaceutica, che è stata comunque messa sotto pressione. Dall’inizio della crisi globale le aziende hanno cercato di tenere il virus sotto controllo e stanno lavorando a pieno ritmo nell’ambito dei farmaci per il trattamento del virus e sullo sviluppo di un vaccino adeguato.

Il team SRI di Raiffeisen Capital Management nel corso delle attività di dialogo ed engagement ha interpellato alcune delle maggiori società farmaceutiche quotate in borsa, per capire come si sta muovendo il settore.

  1. Quale impatto ha il Covid-19 sulla vostra azienda? I vostri prodotti e servizi possono contribuire a combattere il virus?

Gli effetti del coronavirus variano da azienda ad azienda e dipendono soprattutto dal rispettivo modello di business. Mentre la francese Sanofi, per esempio, con i suoi prodotti si focalizza molto sulla partecipazione attiva alla lotta contro il virus, la società danese Novo Nordisk si preoccupa piuttosto di fornire ai clienti esistenti il miglior servizio possibile. Con i suoi prodotti, l’azienda serve principalmente malattie croniche come il diabete, che non sono direttamente legate al coronavirus. A causa delle norme di sicurezza applicate in molti luoghi, Novo Nordisk prevede per ora un calo del numero di nuovi clienti. Tuttavia, l’azienda dimostra il suo impegno sociale donando 2.000 tonnellate di etanolo per la produzione di disinfettanti e sta lavorando a stretto contatto con le autorità nell’analisi dei test Covid-19.

Un approccio simile viene perseguito dalla tedesca Merck che ha messo a disposizione gratuitamente il farmaco Interferon-beta 1a (Rebif®) per uno studio dell’istituto di ricerca francese Inserm. Inoltre, anche Merck è stata molto generosa donando 150.000 litri di disinfettante. La società Evotec, anch’essa tedesca, comunica che i suoi affari sono stati poco o per niente impattati dal Covid-19. Il motivo è che Evotec opera principalmente nel settore B2B e per lo più nell’ambito di partnership a lungo termine con aziende farmaceutiche e biotecnologiche, istituti accademici e fondazioni. Di conseguenza, i cambiamenti a breve termine nel settore dei consumatori finali non hanno quasi nessun impatto sulla società.

  1. Quali misure adottate per evitare strozzature nella fornitura di farmaci importanti? In considerazione dei recenti risultati prevedete degli adeguamenti alla vostra filiera?

Soprattutto all’inizio della pandemia, nella società si avvertiva un certo timore incentrato su problemi di approvvigionamento. Ciò ha portato a comportamenti di acquisto estremi, come nel caso della carta igienica. Nel settore sanitario è stata più la mancanza di attrezzature come mascherine e disinfettanti che la mancanza di farmaci a fare notizia. Il fatto che, per esempio, la carenza di farmaci non sia stato un problema per la società svedese AstraZeneca è dovuto al mantenimento di elevate scorte di ingredienti farmaceutici attivi, mentre l’intera filiera è soggetta a un’attenta pianificazione della continuità del business. Grazie a una rete globale di impianti di produzione, secondo l’azienda i rifornimenti non sono mai stati a rischio in nessun momento. AstraZeneca evita le incertezze nella distribuzione, come le frontiere chiuse, utilizzando il trasporto aereo. In generale, le società contattate mostrano un atteggiamento positivo nei confronti dell’esistenza di strozzature, grazie al fatto di poter in gran parte continuare con la produzione. Anche Merck non ha avuto nessun problema critico, gli eventuali ritardi nelle consegne sono stati inferiori a sette giorni. Tuttavia, la società deve sempre più far fronte a ulteriori costi per mantenere il livello richiesto sia in termini di approvvigionamento che di consegna.

  1. Avete modificato i vostri piani relativi alla ricerca e sviluppo a causa dello scoppio del virus? Dalla crisi sono emerse collaborazioni?

La ricerca e lo sviluppo (R&S) sono fattori essenziali nel settore sanitario e producono quindi anche costi elevati. Ciò che viene studiato e sviluppato deve pertanto essere pianificato con cura. Lo scoppio del coronavirus ha costretto molte aziende a deviare da questi piani. Novartis, per esempio, ha deciso di avviare in tempi brevi uno studio clinico con il principio attivo ruxolitinib (Jakavi®).

Gli studi pre-clinici suggeriscono che il ruxolitinib potrebbe ridurre il numero di pazienti che richiedono cure intensive e respirazione meccanica a causa di un grave decorso della malattia. AstraZeneca sta collaborando con il governo svedese e diverse università alla scoperta di un nuovo anticorpo in grado di riconoscere, legare e neutralizzare il virus SARS CoV-2 per ridurre così la portata della malattia. L’azienda ha inoltre iniziato una collaborazione con GlaxoSmithKline e l’Università di Cambridge per la creazione di nuovi laboratori di analisi. Oltre ai numerosi studi sul Covid-19, per Sanofi è importante non perdere di vista gli studi in corso su altri prodotti candidati. Questi vengono quindi attentamente e continuamente valutati. Anche Novo Nordisk porta avanti gli studi clinici avviati al di fuori del coronavirus e non prevede ritardi significativi per quelli che si stanno avvicinando al loro completamento. Tuttavia, non sono previsti nuovi studi a causa della pressione sui sistemi.

  1. Quali opportunità offre la digitalizzazione nella vostra azienda e dell’industria?

Merck vede nella digitalizzazione una grande opportunità per il settore sanitario. L’azienda collabora con la società di software Palantir Technologies a una piattaforma chiamata Syntropy. Questa permetterà ai maggiori esperti al mondo di lavorare insieme nella lotta contro il cancro e tante altre malattie, migliorando così la vita di molte persone. Secondo Merck, gli istituti di ricerca in tutto il mondo stanno generando una quantità di dati biomedici a una velocità incredibile, ma gran parte di essi sarebbe rinchiusa in silo all’interno e tra le strutture. Di conseguenza, gli scienziati spesso non hanno accesso a questi dati critici, una situazione che secondo Merck deve essere cambiata. Anche per Novartis la digitalizzazione dei processi è una priorità fondamentale. Viene utilizzata soprattutto per il monitoraggio degli studi clinici, la gestione delle scorte e nei processi di R&S. La digitalizzazione si riflette anche nel modo di comunicare. A causa della situazione attuale, gli incontri virtuali non sono più una rarità, nemmeno nel settore sanitario. Le società contattate organizzano conferenze online sia all’interno dell’organizzazione sia con medici e ospedali. Nel caso di Evotec, sono grati per l’opportunità di tali conferenze, ma non possono, tuttavia, sostituire il contatto personale.