Boom di finanziamenti in startup della salute digitale causa pandemia

Gianluca Dotti per Credit Suisse Asset Management -

I dati parlano chiaro: nel primo trimestre del 2020 il comparto della Digital Health ha raccolto investimenti record, pari a 3,1 miliardi di dollari, facendo segnare un +57% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Di fronte all’emergere di una lunga serie di esigenze sanitarie, naturalmente dettate dal diffondersi del nuovo coronavirus, il digitale si trova in una posizione senza precedenti: ridotta capacità delle strutture sanitarie, norme sul distanziamento fisico e necessità di nuove terapie e vaccini sono tutti temi a cui l’innovazione è chiamata a dare risposta.

In prima linea nella raccolta di fondi ci sono le startup della telemedicina, seguite dalle realtà imprenditoriali che lavorano per ottimizzare i flussi di lavoro nell’ecosistema sanitario. Dalla ricerca e sviluppo che punta a tecnologie diagnostiche ad alto contenuto tecnologico si spazia fino alla distribuzione di cure e consulti in modo virtuale, senza scordare chi lavora per espandere la capacità di testing contro il Sars-Cov-2.

Nonostante un 2019 in leggera flessione rispetto al 2018, l’accelerazione dettata dall’arrivo della pandemia ha fatto sì che gli ultimi 12 mesi segnino complessivamente il nuovo record assoluto di investimenti, con un totale di 9,3 miliardi di dollari raccolti. Un dato in evidente controtendenza rispetto alla maggior parte degli altri comparti.

Tra gennaio e marzo, in particolare, a livello globale hanno raccolto investimenti un totale di 68 startup di Digital Health. Per il loro futuro, come hanno affermato dodici importanti investitori di settore intervistati da Rock Health, sarà decisiva la capacità di mettere a punto servizi sanitari innovativi e – allo stesso tempo – riuscire a lavorare al fianco dei sistemi sanitari nazionali in modo integrato.