Mercati stretti tra la paura di una seconda ondata e la scoperta di un vaccino

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I mercati restano in una situazione particolare, stretti tra la possibile scoperta di un vaccino entro l’inizio del prossimo anno e la paura di una seconda ondata epidemica in autunno. Se i dati economici continuano a mostrare una certa resilienza, le restrizioni alla mobilità ancora applicabili stanno inquietando gli investitori. Si spera che l’abbondante liquidità e un dollaro USA più debole aiutino il sentiment.

In questo contesto singolare, i dati economici restano solidi, soprattutto negli Stati Uniti. Ma l’Europa sta recuperando terreno, con l’accelerarsi delle sorprese economiche. In tutto il mondo, i PMI sono ben orientati. In Europa, il livello dell’indice ZEW sta beneficiando della stessa fiducia economica. Allo stesso tempo, anche la Cina, che ha sorpreso per il rallentamento della crescita inferiore al previsto, potrebbe ritornare ai livelli pre-Covid entro la fine dell’anno.

Inoltre, resta fermo il supporto offerto dalle Banche Centrali e dai governi. Negli Stati Uniti, in questo anno caratterizzato dalle elezioni, è più difficile un accordo sul supporto fiscale, ma alla fine dovrebbe essere raggiunto.

La stagione degli utili del secondo trimestre è stata meno difficile di quanto si temesse, così come le guidance, anche se meno dettagliate del solito. In particolare, gli utili delle aziende tecnologiche hanno sorpreso positivamente. Per il momento, le stime sugli utili rivelano una migliore resilienza rispetto allo shock della Grande Crisi Finanziaria del 2008.

L’epidemia resta la principale fonte di preoccupazione per gli investitori. Una seconda ondata in autunno o in inverno renderebbe più difficile per le imprese resistere alla situazione. Ulteriori lock-down locali potrebbero influire sui consumi e sulla disponibilità delle imprese a investire e ad aumentare le loro spese in conto capitale. Mentre, la scoperta di un vaccino prima del previsto sarebbe di grande supporto e aumenterebbe l’ottimismo tra i decision-maker.

Le elezioni americane potrebbero influenzare maggiormente i mercati nel prossimo futuro. Se la storia insegna, gli investitori iniziano effettivamente a prestarvi attenzione solo circa 70 giorni prima della data delle elezioni. I sondaggi sono attualmente a favore di Joe Biden, ma la vera questione riguarda il controllo del Congresso. Le probabilità sono diventate più equilibrate negli ultimi tempi, e la possibilità di un’ondata blu (democratica) e di un aumento delle tasse è leggermente diminuita. Resta da vedere se la nomina di Kamala Harris come compagna di corsa di Biden alle presidenziali sposterà i sondaggi.

Il sentiment non è eccessivamente ottimista. Gli asset rischiosi dovrebbero continuare a essere trainati da questo boom di liquidità e dal progressivo miglioramento del sentiment degli investitori, che dovrebbe continuare a favorire anche i titoli e i settori in ritardo (value) e i titoli ciclici nell’attuale fase di ripresa economica, nonché il credito investment grade e i bond emergenti.

Alcuni asset come l’oro e l’argento, mostrano che gli investitori sono preoccupati per il deprezzamento monetario. Pensiamo che questo timore non verrà meno, in quanto le banche centrali continueranno a fornire un’abbondante disponibilità di liquidità. I rischi di inflazione sono limitati per quest’anno e per il prossimo, ma devono essere monitorati nel lungo termine e giustificano per il momento un approccio prudente ai titoli di Stato. La nostra esposizione azionaria complessiva è rimasta leggermente prudente, a causa dei rischi evidenti, e continuiamo a proteggere le azioni europee e statunitensi attraverso opzioni e coperture di portafoglio (oro e JPY).

Per beneficiare della ripresa economica in corso, manteniamo la nostra esposizione a una riduzione strutturale del premio al rischio dell’Eurozona: siamo lunghi sui titoli dell’Eurozona rispetto alle azioni USA. Rimaniamo inoltre neutrali sui titoli azionari del Regno Unito, poiché, anche se potrebbero beneficiare di un migliore controllo dell’epidemia, la Brexit potrebbe pesare sul mercato azionario UK. Per quanto riguarda l’obbligazionario, siamo positivi sul credito Investment Grade (europeo e USA) e sul debito emergente. Privilegiamo inoltre una duration breve e siamo underweight sui titoli di Stato dei Paesi core.