Gli investitori locali scoprono le azioni brasiliane

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Nel Brasile la pandemia del COVID-19 ha avuto effetti devastanti, ma la forte spesa governativa e la politica monetaria accomodante hanno aiutato il ritorno di una certa stabilità dell’economia. Claus Born, Senior Vice President, Institutional Product Specialist, Franklin Templeton Emerging Markets Equity, espone qualche riflessione sui motivi per cui in questi ultimi giorni il mercato ha avuto anche un sostegno da parte degli investitori locali.

Negli ultimi mesi dal Brasile sono arrivate molte notizie negative. Il paese è tra quelli che sono stati colpiti più duramente dalla pandemia di coronavirus, e il numero dei contagi è stato appena inferiore a quello degli Stati Uniti.

Dal punto di vista degli investimenti, tuttavia, vi sono alcune notizie positive. Dai minimi di fine marzo, a oggi il mercato azionario brasiliano a oggi ha guadagnato più del 55% in valuta locale e più del 45% in dollari statunitensi.

Come si spiega l’interesse attuale per le azioni?

Nel passato, il Brasile offriva alti tassi d’interesse ai risparmiatori locali. Questi si limitavano prevalentemente ad acquistare titoli di Stato per ricevere solidi rendimenti. Molti investitori ritenevano superfluo interessarsi a investimenti percepiti come più rischiosi, ad esempio le azioni.

Nell’ultimo decennio, tuttavia, i tassi d’interesse hanno subito un crollo alquanto drastico.  I tassi d’interesse sono attualmente a bassi livelli storici, con il tasso di riferimento di breve termine della banca centrale, il selic, sceso intorno al 2% mentre appena quattro anni fa era superiore al 14%. Gli investitori brasiliani, abituati a sani rendimenti obbligazionari, hanno dovuto pertanto cercare fonti di rendimento alternative.

 

 

In questo contesto di bassi rendimenti, molti di loro hanno iniziato a rivolgersi al mercato azionario. Il numero dei conti di trading è andato crescendo in misura esponenziale. La borsa valori brasiliana è passata da circa 600.000 conti nel 2008-2017 a quasi tre milioni di conti odierni. (Vedere grafico di seguito)

 

 

Siamo nella fase di massimo del trend? A nostro parere, probabilmente no. Con una popolazione di più di 210 milioni di abitanti, i brasiliani impegnati attualmente in borsa sono ancora meno dell’1,5%. Tuttavia, nuovi investitori stanno scoprendo le potenziali opportunità. Non soltanto è aumentato il numero delle donne che investono nel mercato brasiliano, passando dal 22% nel 2018 al 25% odierno, ma sta aumentando anche l’interesse tra le generazioni più giovani di entrambi i sessi.
Più del 70% degli investitori hanno meno di 46 anni, e rappresentano più del 25% del valore investito in borsa.

Temi d’investimento in Brasile

In quanto investitori, a nostra volta, siamo favorevoli al settore finanziario in Brasile, specialmente per le società fortemente esposte al mercato di capitale. È interessante come la stessa borsa valori brasiliana (Brasil, Bolsa, Balcão o “B3”) abbia una forte agenda in merito alla sostenibilità: nel 2004, è stata la prima borsa mondiale ad aderire al Global Compact delle Nazioni Unite. I principi ambientali, sociali e di governance non solo sono implementati nella borsa stessa, ma sono anche incoraggiati nel mercato azionario brasiliano in generale. Un esempio è il Corporate Sustainability Index (ISE), lanciato nel 2005.

Un altro tema entusiasmante è l’e-commerce, con numerosi grandi player in concorrenza nello spazio online. Così come in altri paesi, anche in Brasile la crisi del COVID-19 ha accelerato l’adozione delle vendite al dettaglio in internet. I consumi delle famiglie in Brasile, il paese con l’economia più ampia dell’America Latina, rappresentano circa il 64,3% del prodotto interno lordo, per cui il settore dei consumi in generale è forte, vitale e offre una varietà di interessanti opportunità di investimento.

Nonostante le incertezze persistenti, la nostra opinione riguardo alle azioni brasiliane generalmente è positiva. Nonostante il recente rialzo, il calo del mercato in dollari statunitensi rispetto all’inizio dell’anno è ancora superiore al 35%, per cui riteniamo che vi sia un forte potenziale di recupero.